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Fritto e dal nome impronunciabile: il dolce siciliano dedicato alle castellane di Delia

È un dolce a pasta dura, croccante e friabile, a forma di bracciale o corona, proprio in omaggio alle castellane del piccolo paesino nisseno. Ecco la ricetta delle Cuddrireddre

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 24 gennaio 2021

Le Cuddrireddre di Delia

Dal nome quasi impronunciabile e dalla forma piuttosto particolare, le Cuddrireddre sono un dolce tipico di Delia, un paesino in provincia di Caltanissetta.

È un dolce a pasta dura, croccante e friabile, a forma di bracciale o corona, il cui nome risale al greco kollura (cioè focaccia, pane biscottato di forma solitamente anulare).

Pare che la forma sia dovuta alla sua origine in quanto il dolce fosse un omaggio alle castellane che abitavano a Delia, nel castello medievale che sovrasta il paesino, durante la guerra dei Vespri Siciliani nel periodo compreso tra il 1282 e il 1302. Un'altra ipotesi è che il dolce sia nato come dono di corteggiamento, quasi a simboleggiare l'anello di fidanzamento.

Nonostante sia passato così tanto tempo, le Cuddrireddre vengono prodotte ancora oggi.

Pochi ingredienti – farina di grano duro (1 kg), uova fresche (5), zucchero (500 gr), strutto (100 gr), vino rosso (100 ml), cannella in polvere (10 gr) e scorze di arancia (3 cucchiai) – ma di qualità, donano a questo dolce un gusto piuttosto buono.
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Dopo aver realizzato la massa, questa viene lavorata su un asse di legno – scanaturi – e una volta raggiunta la giusta compattezza viene divisa in tocchetti.

Da questi rotolini di pasta – avvolti attorno ad un bastoncino, poi sfilati – vengono realizzate delle spirali, poi poggiate su un attrezzo – pettine – composto da due asticelle di legno unite da una serie di piccole strisce di canna di bambù levigata. Le due estremità della spirale vengono infine unite formando una corona.

Una volta realizzata la forma, il dolce viene fritto in abbondante olio d’oliva.

Originariamente questo dolce veniva preparato durante il periodo di Carnevale. Oggi, invece, è possibile gustarlo in qualsiasi periodo dell’anno. Dal 2004 la Cuddrireddra di Delia è un presidio Slow Food.

I deliani consigliano di gustare le Cuddrireddre da sole, bagnate con del vino dolce – Passito di Pantelleria o Marsala – oppure intinte nello zabaglione o crema di agrumi, o ancora sbriciolate assieme a mascarpone e frutta secca.
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