ITINERARI E LUOGHI
Finestre panoramiche da non perdere in Sicilia: qui ci trovi la "Torre del Tradimento"
Vi portiamo in una splendida realtà, a metà strada tra Castelvetrano e Agrigento, che è riuscita a ritagliarsi uno spazio nonostante il profondo cambiamento
Riserva Capo San Marco
C’era una volta una tratta ferroviaria che collegava la città di Castelvetrano con la provincia di Agrigento (Porto Empedocle).
Alla settima fermata - dopo 42 km circa - si raggiungeva la località di Capo San Marco. La stazione fu inaugurata nel 1914 e cessò la sua attività (di esportazione prodotti agricoli) nel 1986. I nostalgici ricorderanno i fasti d’un tempo quando, alla bellezza del luogo, si univa l’efficienza dei trasporti.
Oggi, di Capo San Marco vengono evidenziati i tratti ambientali, paesaggistici e storici volti alla scoperta di un "posticino" interessante.
A circa 9-10 km da Sciacca, è possibile iniziare un cammino che porta dritti alla riserva e, a sua volta, alla spiaggia omonima. La vita frenetica saccense è un lontano ricordo (tranne nel periodo estivo) anzi, passo dopo passo assume una posizione di “distacco” dal resto del territorio.
La riserva è un'area protetta dove si alternano calette, scogliere, spiagge e natura. Infatti, prima di raggiungere Capo San Marco è possibile incontrare e scontrarsi con un tratto ricco di vegetazione.
Il polmone verde accompagna i visitatori alla scoperta delle caratteristiche genuine del luogo. I punti strategici rappresentano le finestre panoramiche da non perdere. Si osservano i punti cruciali a partire dall’isola di Pantelleria nelle giornate caratterizzate dalla buona visibilità.
Colpisce la conformazione del litorale. Esso è caratterizzato da un'ampia spianata in dolce declivio costituita da un mantello di sedimenti costieri o subcostieri prevalentemente calcarenitici. Questi ultimi giacciono in trasgressione sul substrato profondo pliocenico e pre-pliocenico.
Le manifestazioni ambientali - unite alle formazioni esistenti - hanno creato un prolungamento e dato origine alla "Secca di San Marco".
Il promontorio degrada dolcemente verso levante e gli scogli, anch’essi protagonisti, insieme al bassofondo (lagunare) formano le "recif-barriere" affioranti di Posidonia oceanica. Grazie alle secche costiere, diverse specie di animali e piante hanno trovato terreno fertile dove stabilirsi.
Gorgonie, spugne e ricci sono i benvenuti senza dimenticare i molluschi (polpo) e il gasteropode astrea caratterizzato dalla presenza di un opercolo (cavità a guisa di coperchio) calcareo detto “occhio di Santa Lucia”.
Inoltre Capo San Marco è il paradiso del più grande bivalve del Mediterraneo, la Pinna nobilis.
È una specie protetta in via d’estinzione a causa della riduzione degli habitat e della pesca. Sono presenti (anche) delle specie ittiche come le orate, i cavallucci marini (rari), la corvina, i saraghi e la cernia bruna.
Dal promontorio l’itinerario si sposta verso i contenuti storici. Il luogo si abbellisce della Torre del Tradimento. La struttura è incastonata fra una casetta di antica fattura con pergola esterna e un'altra recente che ha orribili infissi metallici.
Nell'edificio adiacente - a pochi metri - verso il mare, si riconosce la base di una postazione di artiglieria. Gli studi hanno dedotto l’importanza storica (passata) per il controllo, gli avvistamenti e le segnalazioni. Presumibilmente è una costruzione del Quattrocento (?).
La forma cilindrica attesta la sua erezione prima di quelle camilliane perché descritta sia dallo Spannocchi che dal Camilliani. Tra i fatti da menzionare e ricordare quello accaduto nel 1588 quando la guardia preposta respinse eroicamente un assalto di pirati turchi.
A poche decine di metri si trova il faro (n. 3006 E.F.). E’ una torre bianca su casotto alta 11 metri a ottica fissa. Si basa su riferimento aeromarittimo. Ogni angolo della Sicilia è storia. Si avverte l’importanza del binomio passato/presente.
Capo San Marco è una splendida realtà (una testimonianza forte è la presenza delle tartarughe caretta caretta) che è riuscita a ritagliarsi uno spazio nonostante il profondo cambiamento.
Alla settima fermata - dopo 42 km circa - si raggiungeva la località di Capo San Marco. La stazione fu inaugurata nel 1914 e cessò la sua attività (di esportazione prodotti agricoli) nel 1986. I nostalgici ricorderanno i fasti d’un tempo quando, alla bellezza del luogo, si univa l’efficienza dei trasporti.
Oggi, di Capo San Marco vengono evidenziati i tratti ambientali, paesaggistici e storici volti alla scoperta di un "posticino" interessante.
A circa 9-10 km da Sciacca, è possibile iniziare un cammino che porta dritti alla riserva e, a sua volta, alla spiaggia omonima. La vita frenetica saccense è un lontano ricordo (tranne nel periodo estivo) anzi, passo dopo passo assume una posizione di “distacco” dal resto del territorio.
La riserva è un'area protetta dove si alternano calette, scogliere, spiagge e natura. Infatti, prima di raggiungere Capo San Marco è possibile incontrare e scontrarsi con un tratto ricco di vegetazione.
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L’ambiente tropicale gioca un brutto scherzo "allontanando" i visitatori dal contesto siciliano. Dura attimi, pochi, quando improvvisamente il luogo cambia pelle grazie alle palme nane, i fichi d’India, i ginepri e lentischi che rimettono in carreggiata gli animi smarriti.Il polmone verde accompagna i visitatori alla scoperta delle caratteristiche genuine del luogo. I punti strategici rappresentano le finestre panoramiche da non perdere. Si osservano i punti cruciali a partire dall’isola di Pantelleria nelle giornate caratterizzate dalla buona visibilità.
Colpisce la conformazione del litorale. Esso è caratterizzato da un'ampia spianata in dolce declivio costituita da un mantello di sedimenti costieri o subcostieri prevalentemente calcarenitici. Questi ultimi giacciono in trasgressione sul substrato profondo pliocenico e pre-pliocenico.
Le manifestazioni ambientali - unite alle formazioni esistenti - hanno creato un prolungamento e dato origine alla "Secca di San Marco".
Il promontorio degrada dolcemente verso levante e gli scogli, anch’essi protagonisti, insieme al bassofondo (lagunare) formano le "recif-barriere" affioranti di Posidonia oceanica. Grazie alle secche costiere, diverse specie di animali e piante hanno trovato terreno fertile dove stabilirsi.
Gorgonie, spugne e ricci sono i benvenuti senza dimenticare i molluschi (polpo) e il gasteropode astrea caratterizzato dalla presenza di un opercolo (cavità a guisa di coperchio) calcareo detto “occhio di Santa Lucia”.
Inoltre Capo San Marco è il paradiso del più grande bivalve del Mediterraneo, la Pinna nobilis.
È una specie protetta in via d’estinzione a causa della riduzione degli habitat e della pesca. Sono presenti (anche) delle specie ittiche come le orate, i cavallucci marini (rari), la corvina, i saraghi e la cernia bruna.
Dal promontorio l’itinerario si sposta verso i contenuti storici. Il luogo si abbellisce della Torre del Tradimento. La struttura è incastonata fra una casetta di antica fattura con pergola esterna e un'altra recente che ha orribili infissi metallici.
Nell'edificio adiacente - a pochi metri - verso il mare, si riconosce la base di una postazione di artiglieria. Gli studi hanno dedotto l’importanza storica (passata) per il controllo, gli avvistamenti e le segnalazioni. Presumibilmente è una costruzione del Quattrocento (?).
La forma cilindrica attesta la sua erezione prima di quelle camilliane perché descritta sia dallo Spannocchi che dal Camilliani. Tra i fatti da menzionare e ricordare quello accaduto nel 1588 quando la guardia preposta respinse eroicamente un assalto di pirati turchi.
A poche decine di metri si trova il faro (n. 3006 E.F.). E’ una torre bianca su casotto alta 11 metri a ottica fissa. Si basa su riferimento aeromarittimo. Ogni angolo della Sicilia è storia. Si avverte l’importanza del binomio passato/presente.
Capo San Marco è una splendida realtà (una testimonianza forte è la presenza delle tartarughe caretta caretta) che è riuscita a ritagliarsi uno spazio nonostante il profondo cambiamento.
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