AMBIENTE
Daini, falchi pellegrini e casine reali: l'antica riserva di caccia dei Borboni a Palermo
Tra le più belle e antiche Riserve Naturali Orientate c'è un'area inglobata tra i boschi della Ficuzza e del Cappelliere: vicino Palermo, è ricca di fiori, animali e storia
La Real Casina di caccia di Ficuzza, interna alla Riserva Naturale Orientata (Palermo)
L’area protetta ingloba gran parte dell’antica riserva di caccia di Ferdinando I delle Due Sicilie, che vi fece edificare anche una splendida Casina Reale di caccia.
Dopo l’Unità d’Italia l’area diventa Demanio del Regno d’Italia e quanto rimane dell’ex-riserva viene affidato all’Amministrazione Forestale che dichiara il comprensorio “inalienabile”.
L’area vive poi un breve periodo di degrado, durante la Seconda Guerra Mondiale, dovuto alla massiccia richiesta di legname per le operazioni belliche.
Ma già nel 1948 la Regione Siciliana ripristina parte della copertura forestale degradata con massicce opere di rimboschimento.
Nel sottobosco invece si rinvengono l’asparago (Asparagus officinalis), Rosa canina, Erica arborea, la peonia (Peonia officinalis) e varie specie di felci.
Dal punto di vista naturalistico è molto interessante il recente impianto di una cinquantina di esemplari di Abete delle Madonie (Abies Nebrodensis), endemismo puntiforme delle Madonie ed oggi al centro di un progetto di ripopolamento dei boschi siciliani.
La fauna che popola questi boschi rappresenta l’80% delle specie animali, tra uccelli e fauna selvatica, presenti nell’intera regione Sicilia.
Non è raro dunque incontrare il Daino (Dama dama), il Cinghiale (Sus scrofa), la Volpe (Vulpes vulpes), la Donnola (Mustela nivalis), la Martora (Martes martes), l’Istrice (Hystrix cristata) e il Gatto selvatico (Felis silvestris).
Tra i rapaci, che nidificano sulle aspre pareti settentrionali della Busambra, si annoverano: l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), l’Aquila del Bonelli (Hieratus fasciatus), il Capovaccaio (Neophron percnopterus), il Nibbio Bruno (Milvus migrans), il Nibbio reale (Milvus milvus) e il Falco pellegrino (Falco peregrinus), ricchissima inoltre l’avifauna che popola il folto del bosco.
Importante la presenza di alcune zone umide naturali all’interno dell’area protetta, come il Gorgo Lungo, il Gorgo Tondo ed il Gorgo del Drago. Quest’ultimo fu anche trasformato da Ferdinando IV di Borbone in una peschera, per il divertimento dei reali.
Questi specchi d’acqua, seppur principalmente di natura effimera, sono di estremo interesse per lo sviluppo della relativa vegetazione e fauna acquatica.
A proposito della fauna locale, Ficuzza ospita uno dei più importanti centri di ricovero per la fauna selvatica siciliana: si tratta del Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica, è gestito dalla LIPU ed è visitabile su prenotazione.
La piccola borgata di Ficuzza è una tappa fondamentale per il visitatore che giunge da queste parti: il Casino Reale, costruito intorno al 1803, il cosiddetto “Pulpito del Re” (sedile scolpito in un grosso masso di arenaria al centro del bosco di Ficuzza) e l’antica pescheria di Gorgo del Drago sono le testimonianze principali dell’affascinante storia di questo territorio.
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