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Dagli scavi per la rete fognaria emerge una necropoli: Marsala stupisce con i suoi ritrovamenti

Questi eccezionali ritrovamenti ci consegnano una parte inviolata dell'antica necropoli. I ritrovamenti saranno oggetto di studi e analisi per approfondire la conoscenza del territorio

Balarm
La redazione
  • 19 febbraio 2021

I nuovi ritrovamenti della necropoli punica di Marsala

Capita anche questo in Sicilia, che durante gli scavi preventivi per la rete fognaria venga ritrovata un' immensa necropoli punica inviolata con 50 tombe.

È successo a Marsala, nel trapanese, precisamente in via De Gasperi. Gli scavi hanno portato alla luce due camere ipogee contenenti il corredo funerario e resti di corpi inumati.

Le due camere ipogee sono state rinvenute ad una profondità che va dai cinque agli otto metri rispetto al livello della strada. la prima, databile intorno alla metà del IV secolo a.C., presenta due camere funerarie di forma quadrangolare di circa quattro metri quadri. Qui sono stati rinvenuti i resti di cinque corpi inumati, tre adulti e due bambini.

Accanto gli esperti hanno ritrovato il relativo corredo funerario costituito da alcuni vasi e piccoli oggetti in metallo databili alla metà del IV secolo a.C. circa. Si tratta di un ipogeo con accesso a pozzo rettangolare delle dimensioni di m 0,66×2,04.

Il secondo ipogeo si presenta come una struttura articolata su più livelli in cui si possono riconoscere diverse fasi architettoniche e di utilizzo. Un primo grande ambiente di circa 35 mq sembra essere il risultato dell’ampliamento e dell’unione di preesistenti sepolture puniche del IV-III sec. a.C.
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Presenta una serie di sepolture ricavate lungo le pareti. In particolare si sono rinvenute sei tombe a cassettone, otto loculi e otto nicchie quadrangolari. Due delle tombe a cassettone hanno conservato al loro interno resti di inumati. Le sei tombe a fossa rettangolare sono state scavate direttamente sul pavimento della camera funeraria.

Il rinvenimento di materiale ceramico e di lucerne figurate e con bolli, oltre che di diversi inumati, lascia pensare ad un utilizzo dal II al IV/V secolo d.C. con una prima fase di culto giudaico e una seconda cristiana.

A questi ritrovamenti si aggiungono circa 50 tombe, collocate ad una minore profondità, riferibili con molta probabilità a una necropoli punica.

«Questi eccezionali ritrovamenti – dicono la soprintendente di Trapani, Mimma Fontana, e l'archeologa Giuseppina Mammina - ci consegnano una parte inviolata dell'antica necropoli. Le due camere ipogee aggiungono materiale prezioso che sarà oggetto di approfondimenti e analisi e grazie al quale saremo in grado di conoscere meglio il tessuto storico della città di Marsala».

«Quella di Marsala è una scoperta dall'altissimo valore archeologico - dice l'assessore dei Beni culturali, Aberto Samonà - e ci regala l'occasione per ribadire quanto vasto e meraviglioso sia il patrimonio nascosto nel sottosuolo. Le scoperte di Marsala, sulle quali sono in corso i necessari approfondimenti, ci consegnano tasselli inediti di un territorio che ha ancora moltissimo da aggiungere alla ricostruzione della nostra storia».

I lavori - commissionati dalla Sogesid S.p.a, con ditta esecutrice Venezia S.r.l. - si svolgono sotto la direzione scientifica dell’archeologa Giuseppina Mammina e sono condotti sul campo da Sharon Sabatini (SAMA Scavi Archeologici) e da Sebastiano Muratore, archeologo della ditta esecutrice. Al prezioso lavoro di scavo hanno contribuito gli operai Joan Sararu, Giuseppe Amodeo, Mirko Genna e Riccardo Ingarra.
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