AMBIENTE
Da Marsala a Taormina c'è Whatsapp per segnalare i rifiuti in mare: "Plastic Radar"
È un numero di cellulare che tutti possiamo memorizzare: con un semplice messaggio si denunciano i rifiuti di plastica in mare e la Sicilia è al primo posto per le segnalazioni
Come funziona esattamente il servizio? È possibile partecipare all’iniziativa utilizzando la più comune applicazione di messaggistica istantanea, Whatsapp, inviando le segnalazioni al numero di Greenpeace (342.3711267).
Per fare la segnalazione basta scattare una foto del rifiuto e, se possibile, fare in modo che sia riconoscibile il marchio e il tipo di plastica di cui è costituito e insieme alla fotografia vanno inviate anche le coordinate geografiche del luogo e già che ci siamo, il rifiuto va raccolto e gettato in modo corretto.
«Quando abbiamo lanciato l’iniziativa abbiamo pensato a determinati scopi come una maggior sensibilizzazione, a spingere le persone a far caso ai rifiuti di ogni giorno, ma anche a costruire con le persone una mappa per conoscere lo stato dell’inquinamento nel nostro paese» dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia e responsabile del progetto.
E come sottolinea Ungherese «non è giusto incolpare solo i cittadini poiché le grandi multinazionali spesso utilizzano imballaggi di plastica senza presentare alcuna alternativa».
Già in molti hanno utilizzato il servizio, facendo notare un dato allarmante nei mari della regione siciliana: «Sono arrivate più di 500 segnalazioni da città come Palermo, Terrasini, Punta Raisi, Isola delle Femmine, San Vito Lo Capo, Castellamare, Catania, Messina e anche Lampedusa».
Questo dimostra però anche un’ottimistica attenzione dei siciliani verso la massiccia presenza di plastica inquinante.
«Dai dati emerge che in Sicilia più dell’80% dei rifiuti di plastica appartiene alla categoria della plastica usa e getta, un materiale che utilizziamo per poco, come cannucce e bicchieri» dichiara Ungherese.
Per conoscere meglio i dati è possibile in ogni caso consultare il sito di Greenpeace tramite cui è possibile anche scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni che si trovano nei mari che bagnano la Sicilia, a quali categorie merceologiche appartengono e se sono in plastica usa e getta o multiuso.
Il progetto si presenta come un’occasione per accendere i riflettori sull’inquinamento, facendo comprendere alle multinazionali che la riduzione della plastica usa e getta è essenziale per la sopravvivenza dei nostri mari, ma soprattutto per ritornare ad avere con l’ambiente un sano rapporto di rispetto.
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