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Da fogna a patrimonio Unesco, risorge l'Oreto: approvato il progetto per il fiume

Mai nessun sito aveva raccolto un così grande numero di sostenitori per un luogo del Fai, adesso il progetto per il fiume di Palermo è stato ritenuto ammissibile dalla Regione

Giovanni Callea
Esperto di marketing territoriale e sviluppo culturale
  • 16 giugno 2020

Il progetto del "Parco Fiume Oreto" per Palermo

«Ci sono certi giorno in cui penso che sia giusto fare bene. A prescindere dal male che mi torna. E ci sono i giorni in cui vorrei strozzare. Anche mia mamma …. Ci sono certi giorni in cui vorrei alzare anch'io. La coppa dei campioni. E poi ci sono i giorni in cui mi sento veramente. Il peggiore dei coglioni».

In varie occasioni mi sono occupato della vicenda del fiume Oreto. Questa che sto per raccontare probabilmente è una delle tappe più felici.

Due anni fa Igor d’India con un video diventato virale raccontava un sogno impossibile: il fiume Oreto di Palermo da fogna a patrimonio Unesco. Non conoscevo Igor a quei tempi. Però sono sempre stato attratto da quelli che guardano le cose diversamente pensando di cambiarle. L’ho incontrato. Mi sono lasciato coinvolgere nelle sue follie.

A giugno insieme ad un gruppo di altri incoscienti abbiamo dato seguito a nostro modo a quella spinta di Igor dando avvio alla splendida avventura che ha portato il fiume Oreto di Palermo primo nella classifica nazionale web del FAI dei luoghi del cuore, primo nei siti d’acqua e secondo assoluto, ottenendo finanziamenti per 65.000 euro.
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L’obiettivo non era tanto i denari, molto pochi per l’immane lavoro di bonifica e riqualificazione, ma accendere riflettori ed interesse sul fiume dimenticato della nostra città. Ci siamo riusciti.

Siamo diventati nostro malgrado un caso nazionale. Mai nessun sito aveva raccolto via web il nostro numero di voti.
Siamo stati sostenuti da artisti, istituzioni e soprattutto cittadini. Ciascuno si è attivato, ha fatto la sua parte, ciascuno ha fatto quanto sentiva di potere e dovere fare.

Citare tutti sarebbe impossibile, ma ricordo uno per tutti, con moltissimo affetto, Florin Florinet, una delle legende viventi dell’ingegneria naturalistica fluviale, austriaco di adozione, è venuto a sue spese al convegno da noi organizzato e si è offerto di lavorare gratuitamente per alcuni interventi di rigenerazione naturalistica del fiume.

Purtroppo, certamente non per suo demerito, quegli interventi non sono decollati. Frattanto gli uffici del comune di Palermo hanno prodotto uno splendido progetto. Qui alcuni dettagli. Il progetto nasce dal lavoro congiunto dell’Unità operativa Mare e Coste diretta dall’architetto Giovanni Sarta, e dalla Commissione valutazione ed incidenza diretta dall’architetto Giuseppina Liuzzo.

Ad entrambi ed a quanti si sono adoperati va la mia gratitudine. Il progetto è stato ritenuto ammissibile dall’asessorato Regionale Territorio ed Ambiente su fondi europei per oltre 5 milioni di euro.

Sono fondi europei che saranno spesi per il bene comune. Se due anni fa mi aveste detto che dopo due anni sarebbe stato finanziato un progetto di 5 milioni per riqualificare il Fiume Oreto vi avrei presi per pazzi. Qui la graduatoria.

So che siamo all’inizio, l’iter burocratico del finanziamento è appena avviato, la graduatoria è provvisoria e può ancora succedere di tutto, e quando sarà definitiva occorrerà spendere presto e bene; so che la burocrazia e gli uffici dovranno lavorare ancora tanto, so che è una strada tutta in salita. Però in fondo si intravede una luce, sento che forse si è innescato un processo virtuoso che potrebbe anche, per una volta, funzionare, ed aiutare tutti noi a credere che un modo diverso di fare le cose sia ancora possibile.

Sono sinceramente emozionato e commosso per questo risultato, come immagino lo siano quanti sono stati parte di questo processo fin qui, anche solo votando per il FAI due anni fa o seguendo i video di Igor, o le conferenze pubbliche, ed anche solo chi ama la nostra città e la vorrebbe bella e curata.

Generalmente mi sento “il peggiore dei coglioni”, perché così si sente generalmente chi immagina di potere cambiare le cose. Però succede anche, è questo il giorno, che sembra di “potere alzare la coppa dei campioni”, oggi la alzo con la mia città.

Oggi vinciamo tutti. Anche quanti non ci credevano e magari da oggi inizieranno a farlo, dismettendo un po’ di quella amara disillusione che, diciamocelo, appartiene un po’ a tutti in questa città. Me per primo. Per oggi sono ottimista. Credo che possiamo riuscirci. Possiamo farlo se riusciamo a trovare un modo per condividere e lavorare insieme, perché in fin dei conti: “dividere le cose è un gioco della mente. Il mondo si divide inutilmente.”

Ringrazio Brunori sas, per essersi lasciato citare senza tante storie, «capita così».
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