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Asili nido e ludoteche private in crisi, nasce il "Comitato EduChiAmo": come aderire

Il comitato fa luce sulla situazione degli asili nido privati spiegando che, quando l'emergenza sanitaria finirà, molte famiglie potrebbe trovare i cancelli chiusi

Balarm
La redazione
  • 15 aprile 2020

«Alla fine dell'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus per i bambini in età prescolare e per i loro genitori non andrà tutto bene». Ad affermarlo sono le referenti siciliane del comitato nazionale EduChiamo che in una lettera si fanno portavoci del malessere che stanno vivendo coloro che lavorano nel settore privato dei servizi educativi privati e delle famiglie.

Vanessa Celestino, Eleonora Clio Di Girgenti, Antonella Quattropani fanno luce sulla situazione spiegando che, quando l'emergenza sanitaria finirà, la gran parte delle famiglie che affidano i loro bambini ad asili nido e scuole materne private, ludoteche e centri per l'infanzia troverà i cancelli chiusi.

La mancanza di aiuti pubblici e le rette non pagate infatti stanno già minando la sopravvivenza di queste strutture educative che oggi, seppure obbligate a restare chiuse, sono attive con varie modalità a distanza per stare vicine ai bambini e alle famiglie.
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Il Comitato EduChiamo, nato su iniziativa di un piccolo gruppo di gestori di strutture private, chiede dunque che siano svolti interventi urgenti a tutela del bene comune: ossia, il patrimonio di servizi educativi presenti in tutta Italia grazie alle micro e piccole imprese private attive da decenni sul territorio.

«Il decreto Cura Italia - spiegano - non contiene interventi a misura di queste realtà che, costrette alla chiusura per prime hanno mantenuto praticamente tutti i costi fissi a loro carico, senza poter più contare sul contributo dei genitori che, in molte situazioni è venuto a mancare, per ovvi motivi di disagio delle famiglie stesse, colpite dalla crisi generale del mondo del lavoro, prima conseguenza di questa emergenza sanitaria.

In questa situazione riteniamo sia fondamentale una politica a sostegno delle nostre strutture, di queste piccole imprese che svolgono un servizio fondamentale per le famiglie e per la società stessa,di modeste realtà educative che promulgano ricchezza culturale, di insostituibili promotori dell'educazione, non di meno, aziende che consentono a professionisti di uno specifico settore di percepire uno stipendio dignitoso.

Dovendo sperare di far sopravvivere le nostre imprese, continuando a sostenere le proprie spese di gestione in assenza di compensi per un tempo non ancora definito».

I nidi privati rappresentano il 70% delle strutture a livello nazionale. Parliamo dunque di un polmone di cui l’Italia non può fare a meno e di una conquista sociale per i diritti delle madri lavoratrici.

Al fine di promuovere uno sguardo lungimirante, convogliando le forze di scuole, famiglie, personale educativo il comitato ha attivato un blog - www.comunicatoeduchiamo.com - per far conoscere le proprie iniziative e a cui è possibile iscriversi gratuitamente, compilando il form, dopo averne condiviso gli obiettivi.

Nel blog inoltre sono pubblicate tutte le lettere inviate in questi giorni al Governo per chiedere le tutele necessarie, nell’interesse delle scuole, del loro personale e soprattutto delle famiglie alle quali i servizi educativi sono destinati.
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