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Appunti di viaggio nella "perla" del 1154: vi sveliamo com'erano la Sicilia (e Palermo)

Superbi palazzi, una grande moschea e un'attenzione particolare ai luoghi ricchi di acqua in giro per l'isola quando era immersa nel periodo arabo-normanno

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 6 novembre 2023

Torre delle Mandre, conosciuta come torre Normanna ad Altavilla Milicia

Nel "Sollazzo di chi desidera attraversare la terra", titolo originale del "Libro di Ruggero" (Katib –Rujari in arabo) lo racconta El-Idrisi, geografo del medioevo.

Il re Ruggero II incaricò l’Andaluso di raccogliere l’intero “orbe terracqueo”, 15 anni di lavoro, con ambasciatori inviati ovunque che riportarono descrizioni misurazioni e notizie per un’enciclopedia, a noi arrivata in parte, base per ogni conoscenza geografica per 300 anni.

“Rinnegato” dai musulmani, che lo considerarono un venduto al re Cristiano, il libro fu pubblicato a cui segui la realizzazione di un planisfero. Nel “ Sollazzo” si legge che la terra è divisa in due parti dall’equatore, ognuna delle quali poi suddivisa in 7 “Climi”, collocando la Sicilia nel 4° clima, II° Compartimento.

Tutte le terre allora conosciute entrano in questo libro, persino il "tenebroso Oceano", descritto come un luogo di nebbie, enormi onde, spaventose tempeste e mostri, aggiungendo che un’imbarcazione araba, sfidando l'oscuro mare, arrivò in un’Isola con uomini guerrieri dalla pelle rossa e i capelli ritti in testa.
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El-Idrisi nacque intorno nel 1099 a Ceuta, oggi porto franco spagnolo situato sulla punta del nord- africa, di fronte lo stretto di Gibilterra.

Studiò a Cordova, fece numerosi viaggi, per poi essere chiamato dal Re Normanno a Palermo. Conoscitore della Sicilia, la descrisse nel libro in una sezione, diventata pubblicazione nel 2010 a cura dell’Architetto Luigi Santagati, che inserirà un’interessante cartina topografica con tutti i luoghi menzioni dal Geografo.

È una Sicilia arabo-normanna che Santagati riporta con la traduzione dall’arabo di Michele Amari, affiancata da altre tre in italiano e in francese, per offrire al lettore un ventaglio di possibilità più ampio.

Ma quali erano le conoscenze scientifiche del tempo? Idrisi dice “La terra con le sue acque è immersa nello spazio come un tuorlo nell’uovo, e l’aria la circonda da ogni parte…”. Inserisce indicazioni di misura, alcune molto particolari: "la parasanga corrisponde a 12 cubiti, un cubito a 24 dita, 1 dito a 6 grani d’orzo allineati”.

Le distanze non sono sempre corrette, Idrisi varia dal miglio Siciliano pari m. 1478,50 a quello Arabo 3 volte maggiore, inserendo anche la comoda misurazione rappresentata dal tempo di viaggio. Nel “Sollazzo”, Idrisi, non è un geografo scrupoloso, dice Santagati: “è un giramondo, un curioso, un turista per caso”.

Ma la descrizione della Sicilia resta comunque preziosa, con alcuni luoghi menzionati che non vi sono più, distrutti da Federico II di Svevia che cancellò molte tracce della presenza araba.

"La Sicilia è la perla del secolo, il primo paese (al mondo) per bontà abitazioni e antichità…i viaggiatori che vi giungono rimangono colpiti dalla sua fulgida bellezza e parlano diffusamente delle bellezze che contiene”, loda Idrisi, che non ne fa un’unica descrizione, sono 2 racconti, il primo "marittimo", parte e ritorna a Palermo con un circuito che toccherà le città più importanti, paesi e borghi; il secondo itinerario riguarderà l’interno dell’Isola.

Il Geografo come primo luogo parla di Balarm, (Palermo), “massimo e splendido soggiorno, la più vasta ed eccelsa Metropoli del mondo, sede di Re nei moderni e antichi tempi”, la descrive dividendola in due settori Qasr (il Cassaro) e il Borgo.

Il Cassaro, la fortezza, è ripartita in 3 parti quella centrale con superbi palazzi, numerose moschee, fondachi (magazzini) dove lavorano grandi mercanti, bagni (terme) e botteghe, circondata da altri due quartieri simili.

Nel Cassero sorge la “ Moschea principale che era chiesa cristiana all’inizio, e ora è tornata a esserlo” è la Cattedrale di Palermo che la dominazione araba trasformò in luogo di culto musulmano. "Gami" la grande moschea, dove si riunivano il venerdì fino a 7000 credenti. Idrisi la descrive come opera artistica e architettonica di enorme valore. Nella parte elevata del Qasr, sorgeva invece la cittadella fortificata del Re: "fabbricata con pietruzze dure da mosaico e grandi blocchi di pietre con ampie torri".

Il Borgo è "una città che circonda la città”, con la Kalsa, una volta residenza del Sultano, Porta Marina, cantiere navale. “ a Borgo scorre il fiume Abbas (Oreto) lungo il quale vi sono numerosi mulini che soddisfano il fabbisogno della popolazione”. E’ una città meravigliosa, ricca d’acqua, con abbondanza di frutti e luoghi di delizia: "Fa girare il cervello a chi la guarda".

Uscendo da Palermo, inizia il viaggio con la prima tappa "a una giornata di cammino", Tirmah (Termini), poi tutti gli altri insediamenti, un “Grand Tour” di 39 luoghi che giacciano sul mare. Il circuito costiero terminerà a Carini, prima del ritorno in Città.

Sempre da Balarm inizierà il secondo viaggio che toccherà "a uno a uno" luoghi strategici nella storia dell’Isola, saranno riportati, castelli, torri, fortezze, casali e masserie, una descrizione che come scrive Santagati, ha fatto pensare "a un itinerario, una mappa, per riconquistare la Sicilia da parte del califfato arabo".

È un giro interno di 1.176,77 km per un totale, con quello marittimo, di 2.329,55 Km.

Nel leggere della Sicilia, non ho potuto fare a meno di notare l’importanza riservata ai luoghi con abbondanza d’acqua. Per gli arabi non solo fertilità e ricchezza, ma anche un elemento dalle forti connotazioni religiose “Un Dono di Dio”, simbolo di bellezza e gioia, realizzato attraverso fontane, piscine, cascate e cascatelle.

È qualcosa che ricorre e che viene ben evidenziando nel ricco racconto.

Ritornando alla Balarm di oggi, mi chiedo cosa avrebbe pensato El-Idrisi del “Waterfront” (il Nuovo Porto) con il molo, il laghetto artificiale, la fontana, i novelli fondachi… incantato e affascinato ne avrebbe tessuto le lodi.
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