"Oriente e Occidente": il dialogo, in mostra a Monreale, tra l'arte normanna e quella contemporanea
Navid Azimi Sajadi accanto ad una sua opera
In ottemperanza dell'ultimo DPCM del 3 novembre 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, relativo alle “Misure urgenti per il contenimento del contagio da COVID-19 sull’intero territorio nazionale”, e a tutela della salute degli spettatori, vengono sospese le iniziative culturali fino a nuovi provvedimenti.
Il dialogo e il confronto tra le Culture, ieri come oggi, sono sempre stati la spinta indispensabile per la crescita della Sicilia, quando poi quest’incontro si realizza attraverso l’arte il risultato non puo’ che essere di crescita per l’intero Mediterraneo, così come è stato nei secoli di storia.
È questo il presupposto della mostra "Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea. Installazioni di Navid Azimi Sajadi", che, da ottobre a gennaio 2021, mette in collegamento due straordinari monumenti del percorso arabo normanno: il complesso monumentale del Duomo di Monreale e il Palazzo della Zisa.
Si possono ammirare, nella fattispecie, le fotografie dell’archivio Kunsthistorisches Institut in Florenz–Max-Planck-Institut (nell'area ex dormitorio dei Benedettini), e nel Chiostro le gigantografie fotografiche su intonaco di Francesco Ferla, oltre alle installazioni site-specific dell’iraniano Navid Azimi Sajadi, nato a Teheran in una famiglia di galleristi, da quindici anni residente a Roma, da dove continua a lavorare in sinergia con il suo Paese d’origine.
Le opere dell’artista iraniano - che è coinvolto anche nell’intervento alla Zisa - sono il frutto di un attento e lungo studio condotto sull’iconografia del complesso monumentale e, in generale, sui lasciti artistici che ne caratterizzano i siti patrimonio Unesco.
Le sue opere si trovano esposte all’interno del Chiostro di Monreale, in una sala del Museo Diocesano e nella Cappella San Benedetto del Duomo normanno, in un dialogo contemporaneo tra l’arte mediorientale e il mondo occidentale mediterraneo.
«Vengo da un Paese che ha subito tante “invasioni culturali”, la nostra arte le ha registrate tutte e per questo è diventata unica - spiega Navid Azimi Sajadi – Per me è quindi vitale la sovrapposizione di stili, la reputo naturale, fa parte dell’archeologia di me stesso. La bellezza è equilibrio, e qui a Monreale, tutto è equilibrio».
Non solo un viaggio tra Oriente e Occidente, dunque, ma anche un percorso tra passato e presente grazie all’allestimento espositivo sviluppato dal concept designer Francesco Ferla, che esalta le molteplici raffigurazioni dei capitelli nella suggestiva cornice abbaziale, gli stessi ai quali si rifà l’arte e la poetica di Navid Azimi Sajadi, con la innovativa tecnica dell'"intonaco bagnato".
In un momento di difficoltà sociale, a causa della pandemia da Covid-19, come quello in cui ci troviamo, MondoMostre, che ha organizzato la mostra in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Monreale, ha realizzato anche un’applicazione per smartphone, con musiche di Pinuccio Pirazzoli, che permette di visitare virtualmente la mostra leggendo le particolarità dei capitelli che compongono il Chiostro (i servizi di ticketing e didattica sono a cura di CoopCulture).
Collegandosi agli store di Apple o di Google, si può scaricare l’App “MoMo” per godere della descrizione - in lingua italiana - di alcuni dei manufatti, in due modalità a seconda se il visitatore è sul posto oppure agisce da remoto. Chi si trova nel Chiostro, può “puntare” lo smartphone sul capitello e inquadrare il simbolo posto sulla colonna. Per chi invece non si trova a Monreale, la app da remoto – in modalità “tour dei contenuti” – propone una visita virtuale del chiostro con focus sui capitelli.
Il percorso espositivo prosegue a Palermo, in un secondo momento, dal 24 novembre al Palazzo della Zisa con la cura, per parte iraniana, di Ashkan Zahraei e Giuseppe Moscatello, con un’altra installazione site specific di Navid Azimi Sajadi alla Zisa.
L’artista crea opere coinvolgendo i visitatori durante le fasi della loro realizzazione, attraverso workshop e performance organizzate con altri artisti e giovani studenti che manipoleranno le sue ceramiche smaltate, le superfici in polvere d’oro e tutti i materiali con cui l’artista cercherà di riprodurre costantemente ciò che significano le immagini, le forme e i ricordi in un ambiente metaforico in cui sia possibile collegare una vasta gamma di significati, di indicatori di tempo e di spazio.
I visitatori possono dunque partecipare, in modo insolito, osservando Sajadi durante tutte le fasi di realizzazione delle opere, per comprendere live gli aspetti artistici e tecnici nelle diverse fasi di ideazione dell’esposizione.
Un possibile ulteriore livello di comprensione dell’uso dei linguaggi artistici che rappresentano le testimonianze materiali più rilevanti e straordinarie del sincretismo culturale del regno normanno di Sicilia e che si inseriscono di fatto nella storia dell’arte e dell’architettura del Medioevo mediterraneo.
Il dialogo e il confronto tra le Culture, ieri come oggi, sono sempre stati la spinta indispensabile per la crescita della Sicilia, quando poi quest’incontro si realizza attraverso l’arte il risultato non puo’ che essere di crescita per l’intero Mediterraneo, così come è stato nei secoli di storia.
È questo il presupposto della mostra "Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea. Installazioni di Navid Azimi Sajadi", che, da ottobre a gennaio 2021, mette in collegamento due straordinari monumenti del percorso arabo normanno: il complesso monumentale del Duomo di Monreale e il Palazzo della Zisa.
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In particolare dal 23 ottobre al 6 gennaio 2021, si può visitare il percorso espositivo di Monreale, curato da Lina Bellanca e Alessandro Carlino, che ospita un racconto “nuovo” fatto di storie e simboli figurati dei capitelli del chiostro benedettino e delle cappelle del Duomo.Si possono ammirare, nella fattispecie, le fotografie dell’archivio Kunsthistorisches Institut in Florenz–Max-Planck-Institut (nell'area ex dormitorio dei Benedettini), e nel Chiostro le gigantografie fotografiche su intonaco di Francesco Ferla, oltre alle installazioni site-specific dell’iraniano Navid Azimi Sajadi, nato a Teheran in una famiglia di galleristi, da quindici anni residente a Roma, da dove continua a lavorare in sinergia con il suo Paese d’origine.
Le opere dell’artista iraniano - che è coinvolto anche nell’intervento alla Zisa - sono il frutto di un attento e lungo studio condotto sull’iconografia del complesso monumentale e, in generale, sui lasciti artistici che ne caratterizzano i siti patrimonio Unesco.
Le sue opere si trovano esposte all’interno del Chiostro di Monreale, in una sala del Museo Diocesano e nella Cappella San Benedetto del Duomo normanno, in un dialogo contemporaneo tra l’arte mediorientale e il mondo occidentale mediterraneo.
«Vengo da un Paese che ha subito tante “invasioni culturali”, la nostra arte le ha registrate tutte e per questo è diventata unica - spiega Navid Azimi Sajadi – Per me è quindi vitale la sovrapposizione di stili, la reputo naturale, fa parte dell’archeologia di me stesso. La bellezza è equilibrio, e qui a Monreale, tutto è equilibrio».
Non solo un viaggio tra Oriente e Occidente, dunque, ma anche un percorso tra passato e presente grazie all’allestimento espositivo sviluppato dal concept designer Francesco Ferla, che esalta le molteplici raffigurazioni dei capitelli nella suggestiva cornice abbaziale, gli stessi ai quali si rifà l’arte e la poetica di Navid Azimi Sajadi, con la innovativa tecnica dell'"intonaco bagnato".
In un momento di difficoltà sociale, a causa della pandemia da Covid-19, come quello in cui ci troviamo, MondoMostre, che ha organizzato la mostra in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Monreale, ha realizzato anche un’applicazione per smartphone, con musiche di Pinuccio Pirazzoli, che permette di visitare virtualmente la mostra leggendo le particolarità dei capitelli che compongono il Chiostro (i servizi di ticketing e didattica sono a cura di CoopCulture).
Collegandosi agli store di Apple o di Google, si può scaricare l’App “MoMo” per godere della descrizione - in lingua italiana - di alcuni dei manufatti, in due modalità a seconda se il visitatore è sul posto oppure agisce da remoto. Chi si trova nel Chiostro, può “puntare” lo smartphone sul capitello e inquadrare il simbolo posto sulla colonna. Per chi invece non si trova a Monreale, la app da remoto – in modalità “tour dei contenuti” – propone una visita virtuale del chiostro con focus sui capitelli.
Il percorso espositivo prosegue a Palermo, in un secondo momento, dal 24 novembre al Palazzo della Zisa con la cura, per parte iraniana, di Ashkan Zahraei e Giuseppe Moscatello, con un’altra installazione site specific di Navid Azimi Sajadi alla Zisa.
L’artista crea opere coinvolgendo i visitatori durante le fasi della loro realizzazione, attraverso workshop e performance organizzate con altri artisti e giovani studenti che manipoleranno le sue ceramiche smaltate, le superfici in polvere d’oro e tutti i materiali con cui l’artista cercherà di riprodurre costantemente ciò che significano le immagini, le forme e i ricordi in un ambiente metaforico in cui sia possibile collegare una vasta gamma di significati, di indicatori di tempo e di spazio.
I visitatori possono dunque partecipare, in modo insolito, osservando Sajadi durante tutte le fasi di realizzazione delle opere, per comprendere live gli aspetti artistici e tecnici nelle diverse fasi di ideazione dell’esposizione.
Un possibile ulteriore livello di comprensione dell’uso dei linguaggi artistici che rappresentano le testimonianze materiali più rilevanti e straordinarie del sincretismo culturale del regno normanno di Sicilia e che si inseriscono di fatto nella storia dell’arte e dell’architettura del Medioevo mediterraneo.
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