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Una "dispensa" alla fermata del bus: l'ex animatore che regala cibo (e amore) a Palermo

Nel quartiere Uditore, all'interno di una pensilina è stata allestita una vetrina con il cibo e con un cartello: ''Se hai bisogno prendi quello che vuoi''. Come è nata l'idea di Marcello

  • 11 aprile 2021

Marcello Fenoaltea e la "fermata solidale" del quartiere Uditore di Palermo

Marcello Fenoaltea, in arte Fenfer, il personaggio che divertiva e aiutava i bambini, adesso continua ad aiutare il prossimo.

L'ex animatore dalle mille risorse è il promotore di un'iniziativa solidale, che ha permesso la trasformazione di una comune fermata AMAT in una vera e propria dispensa per chi ha più bisogno.

La fermata si trova nel quartiere popolare dell'Uditore, a Palermo. All'interno della pensilina è stata allestita una vetrina con il cibo e con un cartello con scritto ''Se hai bisogno prendi quello che vuoi''.

Marcello ci racconta come è nata l'iniziativa: «Un giorno sono sceso giù nel mio quartiere, mi sono seduto su una panchina e ho pensato ''perché c'è questo abbandono?''. Con le varie restrizioni, oggi si esce e domani non si sa, cercavo di capire
cosa fare, cercavo uno stimolo per fare del bene».

È proprio il desiderio di cambiare che spinge Marcello ad agire, continua: «ho chiesto a un sacerdote se avesse bisogno di aiuto. ''Dipingo la panchina?'', gli dico, e mentre dipingevo la panchina e guardavo la fermata dell'autobus, ho avuto l'illuminazione: la gente ha bisogno, perché non trasformarla in una dispensa?».
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E dal momento che si tratta di una fermata dell'autobus, un luogo dove si aspetta, Marcello ha dipinto in stile Liberty la frase: «L'attesa non può essere una perdita di tempo, approfittane».

L'iniziativa è stata accolta bene dai concittadini e adesso molte persone si recano a portare qualcosa alla ''fermata solidale'' e molti altri prendono, senza nessun tipo di imbarazzo. Marcello vuole trasformare i luoghi abbandonati in centri di aiuto, nasceranno altri luoghi solidali.

Oltre al suo quartiere, l'Uditore, è stato contattato da persone di altre zone di Palermo per fare la ''magia'': corso Tukory, il quartiere Noce, via Libertà, e tanti altri.

Marcello è determinato e continuerà a fare qualcosa di utile: «quando mi dicono ''chissà quanto durerà!'', mi infastidisco, non mi piace questa frase. Penso al presente e a dare l'esempio. Alla fermata, avevo messo delle piante e le hanno rubate. Allora un imprenditore del quartiere mi ha dato una pianta enorme che non si può spostare, così nessuno la ruberà. Bisogna essere forti e vincere l'inciviltà, il risultato sarà migliore».

Dalle sue varie iniziative è nato spontaneamente un comitato cittadino dal nome “Palermo è di più”, con l'obiettivo di aiutare chi ha bisogno.

La creatività non manca affatto a Marcello, 54 anni, padre di due figli, artista e figlio d'arte: «Io vengo dal settore turistico, negli anni '80 facevo il cameriere. ''Dipingevo'' le torte, poi sono diventato grafico pubblicitario e poi animatore per bambini. Mio padre era un pittore», ci racconta con entusiasmo, mostrandoci un quadro del padre.

L'inventiva e la tenacia hanno sempre caratterizzato la sua vita, questo è certo. Molti lo ricorderanno come ''Fenfer'', infatti Marcello è stato un volto noto della ''Città dei Ragazzi'', grande area verde dedicata allo svago e alla cultura dei bambini e degli adolescenti, all’interno del Parco della Favorita, nei pressi della Palazzina Cinese.

Marcello coordinava il lavoro di tanti altri animatori: «Nel '97 vinco il bando per la città dei Ragazzi, Fenfer è un personaggio importante. Non ero il classico animatore, ero soprattutto impegnato a livello sociale. Andavo nei centri sociali, nelle
scuole, nelle piazze».

Fenfer era un simbolo importante, non era ''soltanto'' un personaggio divertente, nell'area della Città dei ragazzi c'era una buca delle lettere destinata a lui: «i bambini potevano scrivere allo gnomo, e io rispondevo ai bambini, ero un amico vero e mi accorgevo se qualcuno di loro aveva dei problemi», ci racconta.

Marcello svolgeva un ruolo più impegnativo di quello di un animatore, un ruolo che forse spetterebbe a uno psicologo o a un assistente sociale, senza dubbio lo ha sempre fatto con passione e naturalezza.

Ha fatto poi l'animatore nei centri commerciali, ma ha perso il lavoro a causa del lockdown e adesso vive grazie al reddito di cittadinanza. Nonostante le restrizioni e le difficoltà, nel 2020 col suo furgone andava a prendere il cibo per chi aveva più bisogno, al Banco Alimentare, per conto di alcune associazioni e lo distribuiva: «Ho fatto sempre tutto da solo, quando ti trovi nelle difficoltà enormi, o agisci o agisci. Non ho paura».

Adesso Marcello è più determinato che mai, ci racconta che sta organizzando per giugno un ''Freebook'', un luogo abbandonato verrà rimodernato e utilizzato, sarà rivolto agli artisti, agli universitari, allo scambio di libri e al libero pensiero, perché è grazie al confronto e al libero pensiero che nascono le idee come quelle di Marcello.
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