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Una casa scavata nella montagna: a Filicudi c'è un uomo che vive così da oltre 40 anni

Nella piccola isola delle Eolie, senza luce e acqua corrente, il tedesco Gisbert Lippelt riesce a sostentarsi mangiando frutti ed erbe spontanee. Ecco la sua storia

  • 28 ottobre 2020

Gisbert Lippelt (foto di Carlo Bevilacqua)

Parlare di distanziamento e riduzione dei rapporti sociali in questo preciso momento storico è mettere il dito nella piaga.

C'è chi, invece, dell'isolamento ne ha fatto il proprio leit motiv, non chissà per quale ragione di contestazione sociale ma forse perchè nell'antro della terra, in una piccola isola, ha trovato tutto ciò che gli è necessario per vivere.

Ad avere fatto questa scelta - che dura da ben 42 anni - è il tedesco Gisbert Lippelt che di anni ne ha 73 e ha fatto di Filicudi la sua "casa naturale".

Inutile cercarlo sui social, ovviamente, il simpatico nonnino delle caverne - permetteteci il gioco di parole - capelli bianchissimi e occhi sereni, non punta certo a condidere la pace e la serenità della sua insolita residenza, che si trova in contrada Serro, in un promontorio a 400 metri d'altezza dal livello del mare.

Gisbert Lippelt non si è ritrovato per caso a Filicudi; la sua è stata in qualche modo una scelta mirata come riportato dall'Ansa.
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«Stromboli è bella - ha dichiarato - ma "Iddu" (il vulcano) non scherza, Panarea è troppo piccola, Salina ha le auto, Lipari ancora di più, Vulcano ha quell'odore di zolfo che non sopporto, Alicudi è solo un cono, Filicudi invece è a misura d'uomo. Per questo l'ho scelta».

Il mare Gisbert lo conosce bene: per anni ha girato il mondo su grandi navi da crociera nella veste di secondo ufficiale ma, forse, quello che aveva sempre desiderato era una dimensione di vita più piccola, più contenitiva e soprattutto più essenziale.

Nel lontano 1968 la folgorazione per le isole Eolie, dove tornò anni dopo, questa volta per sempre, e dove grazie all'aiuto della gente del posto ha realizzato il suo desiderio.

«Da New York dove mi trovavo - ha raccontato all'Ansa - ho affittato una villa nel borgo bellissimo di Pecorini. Dovevo rimanere due mesi, ma sono diventati cinque. Vicino al mare però non mi trovavo bene. Ho iniziato ad esplorare l'interno dell'isola, ho conosciuto gli abitanti che mi hanno ben accolto e una vecchietta mi ha accompagnato fino a questa grotta in località Serro dicendomi "qui si vive d'aria". Non c'era nulla, solo tantissimi fichi d'india.

Ma era un posto magico con un panorama unico. Ho iniziato a scavare la montagna per circa sei mesi fino a quando non ho realizzato il mio Eden in terra».

Nel suo paradiso ricavato dalla roccia Gisbert vive senza luce e dunque senza elettrodomestici e acqua diretta.

«La vecchietta mi ha insegnato come vivere lontano da tutti e da tutto - ha spiegato - imparando a bere l'acqua piovana. Per lavarmi uso solo l'acqua del cielo, per mangiare i frutti della terra. Con tante spremute di fico d'india passate al setaccio. Mangio anche la cosiddetta 'scocca' del frutto: tolgo la buccia e l'interno di quella piu' giovane si fa fritta. Buonissima e piena di sostanze".

La sua presenza sull'isola ha riscosso negli anni grande curiosità e attenzione, tanto che Gisbert è stato anche protagonista di una sezione del resportage "Into the Silence", realizzato dal fotografo Carlo Bevilacqua.

Nonostante questo "isolamento voluto" Gisbert, tra libri e una serie di oggetti con cui ha arredato la sua dimora - spicca fra tutti un mappamondo che gli ricorda tutti i paesi che ha conosciuto prima di ritirarsi a Filicudi - riesce a mantenere i contatti con amici e parenti grazie ad un telefonino che ricarica con l'energia ricavata da un pannello solare.

Le "ultime dal mondo", invece, le acquisisce da una radiolina dalla quale ovviamente ha appreso della pandemia.

Ma lui, dal suo luogo protetto, si sente bene al sicuro, oltre che in pace.
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