CINEMA E TV
Si chiama Lady Corleone ed è la nuova Rosy Abate: ma è già bufera sul nome scelto per la fiction
La storia pensata dal produttore e dagli sceneggiatori prevede 4 puntate, per un totale di 8 episodi; protagonista una ragazza appassionata di moda ma cresciuta in una famiglia mafiosa
Rosa Diletta Rossi
La serie prequel, infatti, che era in programma è stata sostituita da un altro progetto: la fiction Lady Corleone.
Come riportato da Il Fatto Quotidiano Valsecchi ha pensato la serie Lady Corleone un paio di anni fa e adesso comincia la sua realizzazione, in collaborazione con la Clemart, che vedrà come protagonista l’attrice Rosa Diletta Rossi, scelta per il suo carisma forte e la personalità che ricorda quella di Giulia Michelini.
Al momento secondo le indiscrezioni, che si rincorrono, la storia pensata dal produttore e dagli sceneggiatori prevede 4 puntate, per un totale di 8 episodi; protagonista una ragazza appassionata di moda ma cresciuta in una famiglia mafiosa.
Nata al Sud ma trapiantata a Milano, la protagonista finisce per assumere il soprannome di Lady Corleone e conciliare una doppia vita da malvivente ed esperta del settore fashion milanese.
Il cast, a parte il nome della protagonista, è in via di definizione, e non si conoscono gli altri attori che verranno coinvolti.
Le riprese, va da sé, non sono ancora cominciate pertanto la messa in onda - che si prevede andrà sui canali Mediaset - non ha ancora date precise.
L’idea, e soprattutto il titolo in primis della serie Tv, ha già suscitato non poche polemiche.
Riprendendo, infatti, la riflessione di Dino Paternostro, che a Corleone c’è nato, direttore del giornale on line “Città nuove” e segretario della Camera del Lavoro dello stesso paese, alcuni interrogativi sorgono spontanei.
«Nulla in contrario che Mediaset metta in onda una miniserie TV con una trama di mafia - scrive Paternostro - La cosa che non riusciamo a capire (o che comprendiamo molto bene!) è perché dare il nome “Lady Corleone” alla miniserie e alla protagonista. Corleone è un nome evocativo. Il successo di pubblico e gli introiti pubblicitari sono assicurati. Peccato che i cittadini di Corleone torneranno nuovamente ad essere inchiodati al loro terribile destino, dal quale faticosamente da anni provano inutilmente a liberarsi.
Milioni di persone, inchiodate davanti alla Tv, “ripasseranno” la lezione di una Corleone=Mafia. Troppo facile, troppo scontato».
Nella sua riflessione Paternostro fa appello anche al sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale affinché protestino energicamente e chiedano con forza alla Taodue, produttrice della serie tv, e a Mediaset che la manderà in onda, di cambiare nome, di non usare la parola Corleone.
«C’è un regolamento comunale - conclude - approvato dalla Commissione straordinaria, che regolamenta l’uso del nome “Corleone”. Applicando questo regolamento, bisogna semplicemente impedire che si usi il nome della nostra città per una miniserie tv di mafia. Confidiamo che i rappresentanti delle nostre istituzioni cittadine non rimarranno inerti».
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