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Quel sovrano "scaramantico" in casa Florio: come nacque il Festival dei Fiori di Palermo

L'origine del Festival è molto anteriore agli anni '50, e ha una data ben precisa il 1904: l’anno in cui il Kaiser Guglielmo II fu ospite all’Olivuzza della Regina di Palermo

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 8 aprile 2021

Il Festival dei Fiori a Palermo negli anni 50

La voce è quella della settimana Incom, il cinegiornale proiettato nelle sale cinematografiche, prima dei film (l’istituto Luce di Cinecittà ne ha custodita la memoria).

La voce narrante inizia con: "I vivai di Mondello non hanno paura se al saccheggio si sono messi anche i picciotti che con feracità siciliana raccolgono i fiori, tanto rifioriranno». Devo dire che "la feracità siciliana" mi lascia senza parole.

È il solito commento dai toni trionfali e celebrativi con un italiano lontano dalla lingua parlata, ridondante, pieno di termini datati. Lo speaker cerca di essere simpatico e accattivante, ma risentendolo oggi appare un po' ridicolo.

Il cinegiornale è dedicato al Festival dei fiori degli anni 50 a Palermo. Evento che vivrà una breve stagione. Nato inizialmente per la nobiltà sarà riproposto come festa popolare con enormi carri provenienti dalle città dei fiori, Sanremo, Imperia, Salsomaggiore, Viareggio e Sorrento.
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L'evento può essere considerato come una delle feste legate alla primavera come lo furono la festa di Cibale divinità orientale, la cui statua era ricoperta da fiori, le infiorate per il Corpus Domini, il Calendimaggio nel medioevo, con giovani che portavano sotto casa delle fanciulle alberi fioriti.

L’evento come abbiamo detto durerà qualche anno e poi scomparirà, ma la sua origine è molto anteriore agli anni '50, e ha una data ben precisa il 1904. Era l’anno in cui il Kaiser Guglielmo II fu ospite all’Olivuzza, della Regina di Palermo, Donna Franca Florio.

L’imperatore fu uno dei tanti ospiti coronati dei Florio nel periodo in cui la città - oltre ad essere considerata una stazione climatoterapica - era soprattutto il luogo prediletto per nobili, intellettuali, ricchi magnati, tutti rapiti dalla bellezza della città considerata una delle capitali del Liberty.

Il Kaiser fu un personaggio singolare, nato con una disabilità al braccio, nonostante le numerose operazioni non riuscirà a recuperare la funzionalità dell’arto che rimarrà quasi atrofizzato.

Guglielmo Il fu il terzo e ultimo imperatore tedesco, ritenuto da molti come uno dei responsabili dello scoppio della prima guerra mondiale , con il Congresso di Parigi sarà obbligato a vivere in esilio nei Paesi Bassi.

Per alcuni storici fu "autoritario militarista crudele e irresponsabile". Amava essere protagonista (l’allontanamento di Bismarck, sembra che fu dovuto all’importanza e alla visibilità del Cancelliere).

Si considerò fino alla fine, sovrano assoluto per diritto divino. Con continui sbalzi d’umore, che rasentavano la nevrosi, si racconta che fosse particolarmente superstizioso.

E fu proprio la scaramanzia, l’origine del "Corso dei Fiori".

Ospite dei Florio, amava andare in carrozza con la moglie, godendo del panorama e del clima della città. Durante una di queste uscite, una mattina, fu riconosciuto dalla Contessa Mazzarino che lo incrociò sulla stessa via.

La cronaca racconta che la signora folgorata da questo incontro, «sentendosi rimescolare il sangue dall’eccitazione» lanciò tre rose nella carrozza del Kaiser. Questo stato di “esaltazione” della nobildonna fu dovuto probabilmente alle voci che circolavano su Guglielmo II, descritto dallo stesso Bismarck con uno «sviluppo sessuale molto forte».

Si racconta che frequentasse abitualmente “escort” le cui prestazioni erano pagate con una sua foto, comportamento che gli procurerà diversi problemi. La Contessa di Mazzarino di nobile rango, casata ed educazione, dubito che abbia perso il controllo per queste ragioni, mi piace pensare che il suo fu un gesto di cortesia e gentilezza purtroppo finito male.

Infatti, le rose mancarono la carrozza dove poggiavano le terga imperiali, finendo invece tra gli zoccoli del cavalli che non poterono fare altro che calpestarle. Il Kaiser ne rimase profondamente turbato, considerandolo un sinistro auspicio che richiedeva un’immediata e adeguata risposta.

Prese contatto con il sindaco di Palermo, Pietro Bonanno, chiedendo che venisse allestito il pomeriggio stesso una sfilata di carrozze piene di fiori. La richiesta fu accompagnata da un biglietto che non lasciava spazio a deroghe, né tanto meno rifiuti.

Il sindaco non poté fare altro che autorizzare l’evento, mobilitando la nobiltà palermitana. Tutto fu organizzato in pochissimo, giusto il tempo di accaparrarsi rose, viole e camelie, fiori reperibili a marzo. Le carrozze così agghindate fecero sfoggio lungo i viali del Giardino Inglese.

Fu un grande avvenimento per la nobiltà, tanto da essere istituzionalizzato due anni dopo, grazie a Vincenzo Florio. Dal 1906 divenne un concorso a premi, nella prima edizione parteciparono i Trabia, gli Scalea, i Whitaker, i Florio, i Deliella e il resto dell’alta società palermitana.

La location fu portata a Viale della Libertà, e successivamente al Parco della Favorita, dove saranno montate le gradinate per permettere la visione al pubblico. Riguardo al malaugurio lanciato inconsapevolmente dalla Contessa Mazzarino, il Kaiser rispose prontamente.

Durante la sfilata del pomeriggio del 1904, appena vide la carrozza della nobildonna le lanciò un fascio di fiori. Questi arrivarono nel cocchio, inorgogliendo la contessa, e tranquillizzando per il momento il Kaiser.

C’è da chiedersi se con la caduta dell’Impero, la rovina dell’esercito tedesco,la sconfitta nella guerra e il conseguente l’esilio, Guglielmo II non abbia avuto ragione a interpretare le tre rose calpestate tra gli zoccoli dei cavalli, come un terribile auspicio.
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