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Per i fanatici dei nomi: Bandita, Acqua dei Corsari e altre storie antiche di Palermo

Lungo la odierna via Messina Marine sorgevano alcune contrade ben distinte: tra pirati, impiccagioni e donne di malaffare ognuna di esse prende il nome da una particolarità

  • 28 febbraio 2019

Due donne in costume da bagno (1913)

L’odierna via Messina Marine a prima vista può sembrare un asse viario dedito soltanto alla viabilità, insignificante dal punto di vista storico: non è assolutamente vero.

Questa lunga via che costeggia il mare, è densa di storia. Un tempo aveva diverse denominazioni e qualcuno ancora le adopera: il primo tratto era chiamato "Romagnolo", quella più avanti "contrada Sperone", quello appresso "Bandita", fino a raggiungere "l’Acqua dei Corsari".

Romagnolo era il primo tratto che si incontrava oltrepassando la via Ponte di Mare. Un tempo collegava il Forte del Sagramento alla borgata Sette Cannoli (via Musica d'Orfeo).

Un tempo la contrada era denominata "Zi Sciavera", dal nome di una donna che sul luogo impiantò un elegante ritrovo ove si poteva banchettare. La bellezza del luogo, infatti, aveva persino surclassato le già note trattorie e gli eleganti caffè che si trovavano in città.
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Il locale tra l'altro accoglieva gente di ogni classe sociale allestendo padiglioni separati da tende per consentire loro la privacy anche per quanto concerneva gli incontri amorosi. Inoltre durante il periodo della villeggiatura estiva sul luogo arrivavano anche forestieri provenienti da Villabate, Bagheria e paesi vicini.

La contrada in seguito prese l'odierno appellativo in onore della villa del Senatore Corrado Romagnolo che fu eretta sul luogo, dirimpetto ad essa, il Senatore Romagnolo fece costruire un anfiteatro con dei gradini, al centro del quale fu posta una statua di Maria Santissima Immacolata. Questo tratto di strada, assunse la denominazione di via Colonnetta in onore del parterre sopra citato.

Poco innanzi iniziava la contrada dello Sperone. In questa località fino al 1783, si impiccavano i malfattori.

Dopo la morte, venivano squartati ed i loro corpi straziati, appesi con degli uncini di ferro sopra una costruzione di pietra a forma di piramide, quale monito ai cittadini per non indurli a delinquere.

Questa costruzione fu abbattuta nell’anno 1786/87 per volere del vicerè principe di Caramanico perché turbava le dame aristocratiche palermitane che percorrevano quella strada per recarsi in villeggiatura a Bagheria. Dalla forma di questi uncini (speroni dei galli), la zona assunse tale appellativo.

La contrada successiva era denominata Bandita ma i palermitani storpiarono il nome in Sbanduta o Sbannuta.

Prese tale nome dal fatto che in tempi antichi la zona era poco frequentata, tuttavia c'era una bettola gestita da una donna che conduceva una vita sregolata ed era soprannominata in questo modo, che significava "sbandata". La zona, inoltre, era frequentata da furfanti e fuorilegge, quindi banditi.

La contrada Acqua dei Corsari deve il nome ad una pecularietà. Per tanti secoli in questo luogo sbarcarono i corsari per saccheggiare le abitazioni poste fuori Città e per rifornirsi di acqua potabile che sgorgava da una sorgente che si trovava sul luogo.

Nel 1591, il Senato di Palermo, decise di costruire sul luogo una torre di guardia, al fine di impedire questi sbarchi. All’interno della torre alloggiava un drappello di soldati.

Tuttavia questo toponimo potrebbe derivare da un altro motivo: la sorgente che sgorgava sul luogo, era di proprietà di una famiglia che si chiamava appunto Corsaro.

L’intera litoranea ebbe un sussulto economico tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo quando sul luogo furono impiantate alcuni stabilimenti balneari: Delizia, Petrucci, Trieste, Bagni Virzì, lo Stabilimento Santa Rita, il lido Olimpo e i Bagni Italia.

Dopo la chiusura di questi stabilimenti, l’intera zona ebbe un tracollo economico-sociale.

Oggi l’intera litoranea ha perso la sua identità, è stata inglobata dalla città.

Poche sono le tracce che rievocano questo antiche contrade. Eccezionalmente, in alcuni brevi tratti si intravedono piccoli nuclei di case.

Un tempo questa la zona era di grande rilievo per la pesca locale, oggi soltanto un piccolo porticciolo (Bandita) è usato a scopo d'attracco per le piccole imbarcazioni. Poco sviluppato, invece, è il turismo balneare.
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