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Palermo e il bello che non vediamo: i ragazzi che provano a salvare Romagnolo con l'arte

Non basta far parte di un gruppo sociale o vivere in una città per sentirsi appartenere ad essa. Lo sanno bene i volontari dell'associazione Azzizart: ecco la loro storia

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 13 luglio 2020

I ragazzi di Azzizzart durante uno degli incontri di (R)evolution Romagnolo

«Non è sufficiente far parte di un gruppo sociale o vivere in una determinata città per sentirsi appartenere ad essa. L'appartenenza è un sentimento, è il senso di inclusione e la percezione del proprio valore all'interno di attività svolte in comunità».

È da questo concetto chiave - quello del senso di appartenenza - che ha inizio la "favola" che stiamo per raccontarvi. Parliamo di favola perchè, se da un lato quello che inizialmente era solo un progetto si è di fatto concretizzato diventando una realtà molto attiva a Palermo, dall'altro lato (purtroppo) ci sono ancora tante, troppe cose da fare.

Al centro della storia c'è un gruppo di trentenni palermitani che alcuni anni fa ha deciso di riunirsi in un'associazione e di occuparsi in prima persona, attraverso l'arte e la bellezza, di un pezzetto delle propria città, partendo dal quartiere di Romagnolo.
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È da quella "bellezza" che nasce il loro nome: loro sono i ragazzi di "Azzizzart" ( "Azziz" in lingua araba significa "bello"), l'associazione di volontariato nata a Palermo con l’intento di occuparsi della propria città attraverso forme artistiche e culturali.

«È l’arte il nostro volano comunicativo, intesa come riscoperta del bello e del colore - spiega Martina Andò, tra i soci fondatori di Azzizzart -. È compito dell’uomo rappresentarla con ogni mezzo per condividerla e goderne insieme le sue bellezze».

Ed è proprio questo l'obiettivo di Azzizzart. «Attraverso corsi, eventi, scambi di opinioni e progetti artistici di varia natura - aggiunge Martina - vogliamo, nel nostro piccolo, fare arte, e gioirne con chi vuole fare parte del nostro strampalato gruppo.

"Galeotto" fu un progetto artistico (quello dei "salotti urbani") che ci ha fatto incontrare e che grazie all’arte della fotografia ha ritratto varie persone durante scene quotidiane in contesti casalinghi, creati con l’immondizia abbandonata in vari angoli della nostra città, lanciando un duplice messaggio: artistico e sociale».

Dopo quel progetto, i ragazzi scelgono il quartiere periferico di Romagnolo come loro punto di partenza e anche come "provocazione". «Abbiamo preso di mira un'area di Romagnolo pensando a un luogo d'incontro per giovani, anziani, turisti e studenti, dando inizio a degli incontri settimanali chiamati (R)evolution Romagnolo.

Uno spazio poco curato come quello della spiaggia di Romagnolo, infatti, può rendere protagonisti i giovani del quartiere stesso, cercando di realizzare sul luogo le loro stesse idee».

Durante questi incontri sono nati nuovi legami con le altre realtà che operano per il bene del territorio, tra cui le associazioni Retake Palermo, Salviamo l'Oreto, il Wwf Sicilia Nord Occidentale, Tu sei la città, Lisca bianca e tante altre.

«Non esiste competizione o rivalità - aggiunge Martina -. Ci aiutiamo tra associazioni e quando possiamo passiamo del tempo libero insieme. Stiamo pensando di organizzare delle escursioni o giornate di mare da condividere con tutti».

Fare rete e sensibilizzare i cittadini alla cura e alla manutenzione degli spazi pubblici è infatti l'obiettivo di tutte le iniziative messe in campo dai ragazzi in questi anni.

Oltre alla pulizia periodica della spiaggia, ad esempio, i ragazzi hanno organizzato lezioni di yoga all'aperto, corsi di educazione ambientale, laboratori di riuso creativo attraverso i materiali recuperati durante la pulizia e riciclati per farne insegne e pedane.

Per restare aggiornati sui loro eventi o diventare volontari basta consultare la loro pagina Facebook "Azzizzart".
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