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Una mostra unisce Palermo e Pisa

Tra gli oggetti esposti colpiscono il cofanetto eburneo, uno dei simboli della mostra, trafugato dalla città di Pisa nella battaglia con Palermo nel XI secolo.

  • 12 novembre 2003

Nel suggestivo contesto degli arsenali medicei di Pisa (Lungarno Simonelli), da poco restaurati, si tiene fino al 9 dicembre la mostra “Pisa e il mediterraneo: uomini, merci, idee dagli Etruschi ai Medici”. Un unico filo conduttore, il mare, unisce dunque nel tempo e nello spazio la città di Pisa sin dalle sue remote origini nell’età etrusca, con tutto il bacino del mediterraneo: vengono così ricostruiti la navigazione e le sue rotte, gli scambi commerciali, le guerre ed, in genere, la grande dimensione mediterranea, facendo così avvertire al visitatore il “respiro mediterraneo dell’arte”, come sottolinea il titolo di una sezione della mostra.

Tra gli oggetti esposti colpiscono lo splendido cofanetto eburneo completamente lavorato in ogni suo centimetro, uno dei simboli della mostra, e altri reperti ritrovati in chiese pisane, ma di evidente manifattura meridionale. Il cofanetto, infatti, sembra sia stato uno dei tanti bottini d’arte trafugati dalla città di Pisa nella battaglia con Palermo nel XI secolo. Poetiche citazioni in latino, oggetti provenienti da chiese e musei del comprensorio pisano e da istituzioni culturali italiane e straniere (Francia, Spagna, Turchia, Germania, Slovacchia e Stati Uniti) costituiscono il sostrato della mostra che si sviluppa secondo un preciso ordine temporale:  dall’età etrusca alla romana, da quella  medievale fino alla moderna, identificabile con quella caratterizzata dalla signoria dei Medici. Quest’ultima si presenta ampia e diversificata: s’inizia da un’esposizione delle varie tipologie di imbarcazioni (modellini ricostruiti in base ai ritrovamenti fatti e grazie alle indicazioni dei testi storici) accompagnata da affascinati carte nautiche autentiche disegnate su pelli, per proseguire con i reperti di scavo (incluso il materiale di artigianato locale e di importazione mediterranea), i pezzi bronzei di età ellenistica, le ancore di età romana, le monete di scambio, i bacini ceramici delle chiese romaniche, oltre a dipinti, disegni e sculture.

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Molto interessante è, inoltre, la parte della sezione medievale sulla documentazione d’archivio di tipo commerciale che attesta nei particolari le attività vere e proprie di import-export tra Pisa e città  come La Spezia, Genova, Palermo e le zone mediterranee dell’Africa, come attestato dai documenti firmati in arabo. Nell’ultima sala troneggia infine la famosa parte poppiera di una galera da parata, esposta normalmente nella chiesa dei Cavalieri di Pisa, raffigurante incatenati sotto la bandiera due schiavi mori. I reperti esposti nelle ultime sale mettono in evidenza la cattiva fama dei pisani, ed in ultimo spicca la grandezza a livello culturale ed artistico dell’età etrusca e romana nel confronto. C’è anche una parte molto interessante dedicata alla geomorfologia ed alle variazioni della linea di costa, che però è di difficile veduta poiché mancano pannelli scritti e spiegazioni e si snoda su uno schermo a ciclo continuo in 3D che crea non pochi problemi a chi soffre di mal di mare. La mostra si può visitare tutti i giorni dalle 9 alle 19 (feriali e festivi). Il lunedì dalle 15 alle 19. la biglietteria resta aperta fino alle 18. Il biglietto costa 9 euro (intero), 7 (ridotto) 6.50 a persona per gruppi (minimo 15 persone). Altre informazioni sul sito www.pisaeilmediterraneo.it. Un giudizio finale sulla mostra? Positivo. Vale la pena di prendere l’aereo e visitarla (ci sono anche delle convenzioni con gli alberghi (info sul sito della mostra).

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