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The Village: horror solo in apparenza

  • 30 novembre 2004

The Village
U.S.A. 2004
Di M. Night Shyamalan
Con Joaquin Phoenix, Bryce Dallas Howard, Sigourney Weaver, William Hurt, Adrien Brody

“The Village” più che un horror, è un film a tesi, una rappresentazione simbolica della società contemporanea, una metafora politica e in questo risiedono i suoi difetti e i suoi pregi. I suoi difetti perché “The Village”, pur riuscendo a diffondere tra gli spettatori un alone di serpeggiante inquietudine, non ottiene l’effetto di creare paura vera. Intendiamoci, il meccanismo che genera il terrore è della stessa matrice di tutte le precedenti opere di M. Night Shyamalan: siamo angosciati non da ciò che si vede, ma piuttosto da quello che non si vede; l’ansia si genera non per accumulazione, ma sempre per sottrazione; la tensione si alza per la presenza di piccoli particolari (un’erbaccia rossa – il colore che evoca i mostri – un animale selvatico seviziato) che disturbano l’armonia delle cose. E, tuttavia, questa volta qualcosa s’inceppa, il meccanismo funziona molto meno rispetto a “Il sesto senso”. Non può far molto neanche la gelida atmosfera da “gotico americano”, un qualcosa a metà tra “Il mistero di Sleepy Hollow” e “Witness – Il testimone”, che permea ogni inquadratura. Per di più, la via della suspence non sembra interessare il regista più di tanto, se si considera che, ad eccezione del colpo di scena finale, il nodo principale dell’intreccio - cioè quale sia la natura dei mostri che terrorizzano il villaggio - viene rivelata già a tre quarti del film.

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I suoi pregi sono nella capacità di ricreare nel piccolo villaggio tardo ottocentesco di Covington, Pennsylvania, un microcosmo variegato, perfetta rappresentazione del nostro sistema sociale, che va dai capi del governo, ai saggi preposti alla trasmissione del potere, giù giù fino allo scemo del villaggio, rotella sfalsata dell’ingranaggio. E nella storia di questa comunità, che ha scelto la via del più totale isolamento per sfuggire ai mostri (reali o della nostra mente?) che popolano la foresta che la circonda, non si può non vedere un riferimento alla situazione politica americana (e non solo), alla tendenza di chiudersi in sé, sopraffatti dal terrore e dai terrorismi. Volendo esagerare, “The Village” può dirci di più della realtà a stelle e strisce di quanto non faccia “Farheneit 9/11”. Grande prova di recitazione per i due protagonisti, Joaquin Phoenix e soprattutto l’esordiente Bryce Dallas Howard (figlia di Ron Howard, ma, fidatevi, non è una raccomandata) con naturalezza nel ruolo di una ragazza non vedente. Anche i comprimari danno un ottima prova di sé, a cominciare da Sigourney Weaver e William Hurt, mentre Adrien Brody nei panni del matto risulta un po’ troppo forzato.

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