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Team America: se a combattere i terroristi ci sono dei “fantocci”

  • 31 maggio 2005

Team America: World Police
U.S.A., 2004
Di Trey Parker
Sceneggiatura di: Trey Parker, Matt Stone e Pam Brady

Quando questo strano film di marionette sboccato e iperviolento uscì in Usa con l’irriverente slogan “la libertà è appesa a un filo”, a ridosso delle elezioni presidenziali e in pieno conflitto iracheno, le polemiche furono molte e il risultato al botteghino non fu poi così esaltante. Gli americani non capirono, o rifiutarono di capire. Perché, “Team America: World Police” è un atto d’accusa (certo: irriverente, volgarissimo, talvolta demente, nel perfetto stile cui Trey Parker e Matt Stone, i papà di “South Park”, ci hanno abituato, ma pur sempre un atto d’accusa) alla politica americana e, ancora di più, all’american way of life in generale. Lo yankee medio e la sua concezione del mondo sono esemplificati nel “Team America”, supertecnologica squadra di polizia che combina disastri in mezzo mondo alla ricerca delle fantomatiche “armi di distruzione di massa”. Gli americani son tutti lì, in carne e ossa (forse è meglio dire in plastica e gommapiuma): rozzi, ignoranti, rigonfi di buonismo e patriottismo a buon mercato, si credono al centro dell’universo e pensano che tutto debba risolversi entro le leggi del più classico spettacolo hollywoodiano. Park e Stone sono forse gli ultimi spiriti liberi rimasti sulla piazza al soldo delle grandi major.

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Con le armi dello sberleffo e della presa per i fondelli in un sol colpo radono al suolo: il "bushismo" e la sua fissa per la “guerra preventiva”, il pacifismo sterile e snob dell’intellighenzia liberal (rappresentata dalla “federazione degli attori americani”), Micheal Moore (qui nelle vesti di kamikaze), l’immobilità dell’Onu (Hans Blix farà una brutta fine) e i deliranti regimi dittatoriali basati sul culto della persona (il nord coreano Kim Jong-il come il Saddam Hussein di “South Park: bigger, longer and uncut”).
Ma al di là della satira politica e culturale, “Team America” è un ottimo film comico, un centrifugato di scene esilaranti (una per tutte, il sesso sfrenato tra pupazzi), di battute cafone ma irresistibili, di citazioni filmiche (da “Star Wars” a “Matrix”, per non parlare di “Kill Bill”), di canzoni demenziali (dal musical sull’Aids al tormentone “America Fuck Yeah!”). E quella di Parker e Stone è anche una riuscitissima parodia dei film d’azione alla Jerry Bruckheimer (“Pearl Harbor” viene citato esplicitamente) e un tenerissimo omaggio alle vecchie serie tv in cui i personaggi erano marionette animate (come “Thunderbirds”, frutto della mente creativa di Gerry e Sylvia Anderson). Paradossalmente “Team America: World Police” risulta più efficace e convincente di un qualunque “Fahrenheit 9/11”: gli americani avrebbero dovuto concedergli più attenzione (ma anche gli italiani, visto che da noi il film è uscito in sordina, in poche sale e senza uno straccio di pubblicità).

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