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Perdersi nella nascosta "Valle degli Eremiti": in Sicilia una vallata di macchia verde

Da ovest a est, la morbidezza dei Nebrodi cede il passo improvvisamente a un’altimetria nervosa dove profonde valli e picchi scoscesi si rincorrono per circa 60 km

  • 6 novembre 2017

La Valle degli Eremiti (Foto di Pasquale D'Andrea)

Tra le meraviglie geologiche della Sicilia i monti Peloritani occupano certamente una posizione di rilievo. Secondo i più recenti studi, le rocce cristalline che compongono questa parte della nostra regione sono un frammento di catena alpina che, negli ultimi 30 milioni di anni, si è letteralmente staccato dall’Europa continentale ruotando e migrando nel tempo verso la sua posizione attuale.

Un lungo viaggio, nello spazio e nel tempo, che ha portato in Sicilia rocce antichissime e risalenti al Paleozoico. La natura metamorfica dei Peloritani si distingue nettamente da quella dei rilievi vicini: da ovest verso est, la morbidezza dei Nebrodi, di natura sedimentaria, cede il passo improvvisamente a un’altimetria nervosa dove profonde valli e picchi scoscesi si rincorrono per circa 60 km, tracciando l’aspetto caotico e massivo caratteristico dei monti del Peloro.

Geologia e paesaggio, una posizione eccezionale a cavallo tra due mari, e la fitta rete di sentieri fanno dei Peloritani una meta escursionistica con enormi potenzialità, ancora non del tutto sfruttate.
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Una delle porte di ingresso per andare alla scoperta della bellezza di quest’angolo di Sicilia è certamente l’ampia vallata che si apre a monte di Fiumedinisi, a metà strada tra Taormina e Messina.

L’escursione ha inizio in Contrada Santissima e segue la spettacolare Valle degli Eremiti, un canyon quasi discontinuo, spesso sormontato da una galleria vegetale di lecci, corbezzolo e macchia mediterranea che serpeggia per circa 2 km nel verde delle montagne.

Il primo tratto di cammino è abbastanza semplice, bisogna superare ogni tanto qualche grosso masso incastrato tra le pareti dell’alveo, compiendo brevi e semplici passaggi su roccia.

Proseguendo in leggera salita tra radure e tratti adombrati, tra felci e lecci, tutt’intorno si innalzano imponenti i versanti dei rilievi, mentre l’aria è letteralmente intrisa di profumi eccezionali su cui domina l’origano selvatico. Raggiunti i ruderi di un vecchio recinto in pietra, il corso del fiume sembra sbarrato da una parete rocciosa, ma è soltanto un’illusione prospettica.

Si entra così nel tratto più emozionante dell’intera escursione: l’alveo curva a gomito fendendo la montagna con una spettacolare gola totalmente immersa nel verde. Tutt’intorno è il silenzio, che accompagna il visitatore ancora per alcune centinaia di metri fino all’uscita dal canale.

L’escursione potrebbe anche terminare qui, ma gli escursionisti ben allenati ed equipaggiati, da questo punto, possono raggiungere due tra le cime più alte dei Peloritani. Si prosegue dunque in salita, immersi nella macchia mediterranea, guadagnando quota fino a raggiungere il crinale che separa la Valle degli Eremiti da quella del Lameri.

Proseguendo verso nord, in breve, ci si raccorda con la lunga pista che percorre l’intera dorsale dei Peloritani. Da qui è possibile proseguire per Monte Poverello (1279 metri), che dista circa un’ora di cammino verso ovest, oppure raggiungere la spettacolare cima di Monte Scuderi.

Senza nulla togliere al primo rilievo, l’escursione a Monte Scuderi (1253 metri) è senza dubbio più interessante, non solo per l’incredibile vista sull’Etna ma anche per le numerose curiosità che avvolgono questa montagna. Si marcia dunque seguendo la pista verso destra in direzione Piano Margi e raggiungendo in breve l’abbeveratoio della Sorgente Acqua Lima, che si supera, fino ad arrivare alla Portella Zaffarana.

Da qui si prosegue tenendosi sempre sulla destra e si segue la traccia di un sentiero che, tra splendidi panorami sullo Ionio, percorre l’intera dorsale che conduce a Monte Scuderi.

La cima del rilievo, facilmente riconoscibile per via del suo aspetto imponente e tabulare, è costituita da marmi grigi a due miche appartenenti alle metamorfiti del Mela ed è sede di numerose antiche neviere. Monte Scuderi, infatti, come altre località montane della Sicilia, è stato uno dei siti preferenziali di raccolta della neve per il commercio del ghiaccio nella nostra isola.

Ma non sono questi gli unici segni della presenza dell’uomo sulla montagna. Abitato fino al Sedicesimo secolo, il rilievo reca le testimonianze dell’antica città bizantina di Micos (o Vicos), di cui oggi però restano solo i resti di alcune mura.

Sempre nei pressi della cima si apre una grande spelonca che nel tempo ha alimentato numerose leggende su una possibile "truvatura" (un mitico tesoro), protetto da particolari incantesimi.

L’escursione si compie con l’arrivo in vetta, da cui si apre un panorama eccezionale sul versante settentrionale dell’Etna e sui Peloritani meridionali. Il ritorno al punto di partenza è previsto percorrendo un sentiero che ridiscende dal monte Scuderi alla Santissima, chiudendo ad anello l’escursione.

Per gli interessati, l’attivissimo gruppo facebook "Camminare i Peloritani" organizza numerose escursioni sui monti del messinese.
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