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La sospensione del Brass Group

  • 9 aprile 2004

A tre concerti dalla chiusura della stagione invernale presso il teatro Orione e quando già si iniziava a discutere di quella estiva, il Brass Group di Palermo sospende la sua programmazione. «La dolorosa decisione – dichiara in conferenza stampa Ignazio Garsia, presidente dell’Associazione – nasce da una condizione di sofferenza finanziaria che non consente più di portare avanti l’attività prevista: appesantire ancora di più la già difficile situazione non è evidentemente possibile.» I problemi in cui versa il Brass sono noti da tempo e nel gennaio scorso Garsia aveva inaspettatamente dato luogo ad una eclatante protesta incatenandosi ad un piano a coda a fianco del teatro Santa Cecilia ed iniziando uno sciopero della fame. La richiesta era quella che finalmente si desse concretezza alla promessa, che da lungo tempo aleggiava nei palazzi della Regione, che l’associazione si trasformasse in fondazione di diritto privato.

Questo avrebbe dato nuova aria al Brass e avrebbe permesso di realizzare quelli che da tempo erano (e sono) sogni di molti produttori e fruitori del jazz a Palermo: dare vita ad un’orchestra stabile, ottenere dei locali adatti dove realizzare prove e concerti, permettere un incremento dell’attività didattica della Scuola Popolare di Musica, che in seno al Brass è nata e svolge la sua attività, realizzare un museo e risolvere appunto la grave situazione finanziaria in cui versa un’associazione ormai storica in città (si celebrano quest’anno i suoi 30 anni di attività). La protesta di Garsia aveva subito sollevato molti consensi e appoggi in città e si era conclusa con una serie di incontri e di impegni da parte dell’assessore Granata sulla strada appunto della trasformazione in fondazione. Tutto ciò viene oggi ripreso e sollecitato con particolare urgenza: «E’ una decisione obbligata, – dice Gaspare Ferro, consigliere di amministrazione – presa come assunzione di responsabilità nei confronti di tutti i creditori del Brass, a cominciare dai suoi dipendenti, dai musicisti dell’Orchestra Jazz Siciliana e dai docenti della Scuola.»

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E, volendo sottolineare l’importanza che il Brass riveste per la vita culturale della città, Vito Giordano, direttore della stessa Scuola, aggiunge: «In città serve un ente stabile per la musica jazz ed il Brass può sicuramente assumersi questo ruolo: non è un’associazione come tante in città. Oltre alla sua storia e ai suoi meriti passati svolge oggi una funzione non soltanto culturale ma anche sociale, un’attività di produzione e di educazione musicale che nulla ha a che fare con il semplice acquisto e conseguente vendita di concerti che molti fanno. La scuola ha raggiunto dimensioni notevoli sopperendo ad una evidente carenza delle strutture pubbliche. Abbiamo ormai trecento allievi di ogni fascia sociale e con età che vanno dai bambini ai pensionati ed i prezzi sono appunto popolari grazie al fatto che nessuno cerca di lucrare. Sarebbe però giusto che anche Palermo avesse la sua scuola civica, che le nostre attività didattiche fossero finanziate pubblicamente in modo da garantire una giusta offerta formativa e per tanti docenti lavoro con adeguato compenso.» Oggi, per il Brass Group, la prospettiva non è quella di una interruzione indeterminata ma di una sospensione che duri il minor tempo possibile. In attesa che le istituzioni intervengano.

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