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Lavorare per aziende del Nord dalla propria casa (in Sicilia): come candidarsi alle offerte

Ecco i dettagli dell'iniziativa contro lo spopolamento dei borghi grazie allo smart working e al protocollo di intesa siglato per favorire l'occupazione al Sud

Balarm
La redazione
  • 19 marzo 2022

Agevolare l’assunzione di lavoratori del Sud Italia presso aziende del Centro-Nord, permettendo loro di lavorare in smart working dai territori d’origine ed evitare lo spopolamento dei borghi.

È l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato tra Randstad, primo operatore mondiale nei servizi HR, e South Working, associazione che studia e promuove il lavoro agile svolto in luoghi distanti dall’azienda, in particolare dal Sud Italia e dalle aree marginalizzate, supportato da Fondazione Con il Sud.

Una collaborazione nell’ambito del Progetto Coesione, nato per creare nuove modalità di lavoro e promuovere la coesione territoriale, contenendo l’emigrazione da Sud a Nord.

E da oggi, inserendo il tag #southworking in fase di registrazione alla piattaforma Randstad.it, è possibile candidarsi per un’offerta di lavoro operando da remoto dal Sud o da piccoli centri.

Nella pagina “SW® x Aziende” sul sito southworking.org sarà possibile accedere alla sezione “South Working® x Randstad” nel menu dove si troveranno le procedure per la ricerca degli annunci di lavoro in modalità "south working" offerti dalla rete di aziende afferenti a Randstad.
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La collaborazione tra Randstad e South Working prevede, inoltre, la partecipazione al Bando Borghi del Ministero della Cultura per promuovere progetti per la rigenerazione, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale dei piccoli centri italiani, favorendone il rilancio sociale ed economico.

«A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia e della spinta allo Smart Working, molti italiani hanno lavorato da remoto nei luoghi d'origine, spesso piccoli centri, riscoprendo un ambiente a loro caro, tra territori e persone che avevano lasciato per intraprendere una carriera professionale lontano da casa», dichiara Marco Ceresa, Group CEO Randstad .

Grazie alla partnership con South Working, «chiunque svolga una professione compatibile con il lavoro da remoto - aggiunge - potrà dare disponibilità per candidarsi a opportunità in tutta Italia operando in smart working dal proprio paese, potendo avere accesso anche a una rete di spazi di coworking. Un progetto figlio dell’impegno di Randstad per attivare un network tra istituzioni, aziende e candidati, con l’obiettivo di favorire l’occupazione nel Sud e nei borghi più isolati del Paese, promuovendone il rilancio attraverso il lavoro».

La collaborazione tra South Working e Randstad «è un grande messaggio per il mondo delle aziende e per un futuro sostenibile del lavoro agile in Italia, anche in vista della fine dello stato d’emergenza – dichiara Mario Mirabile, Vicepresidente esecutivo e fondatore di South Working -.

È necessario iniziare a pensare alle nuove geografie del lavoro in chiave di sviluppo territoriale sostenibile e a come le aziende e i lavoratori possono contribuire a rendere il nostro Paese un luogo più giusto dove vivere e lavorare, a partire dai “presidi di comunità” e da tutti gli hub diffusi al Sud e nelle aree marginalizzate del territorio nazionale».

Oltre alla modalità South Working, dedicata a tutte le professioni in grado di lavorare da remoto, il progetto prevede la creazione di strutture dedicate a personale amministrativo e/o informatico: i rural office, piccoli uffici in aree interne del mezzogiorno con elevati tassi di disoccupazione giovanile, i "south hub" o "presidi di comunità", uffici con più di 15 lavoratori in piccole e medie città del meridione con buoni collegamenti a stazioni e aeroporti.
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