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La storia della società segreta di donne di Palermo e della spettacolare chiesa privata

Facevano parte di essa nobildonne della migliore aristocrazia dell’epoca: grazie a loro in città c'è un piccolo tesoro quasi inaccessibile: la cappella delle dame

  • 22 gennaio 2019

La Cappella delle Dame di Palermo

Purtroppo poche sono le fonti storiche relative a questo gioiello così come i documenti. La fondazione della Nobile Congregazione Segreta delle Dame sotto il titolo dell’Aspettazione del Parto della Vergine, risale probabilmente agli ultimi anni del XVI secolo, o secondo quanto riporta il Mongitore nella sua opera intitolata "Palermo divota di Maria" al 1608.

I soldi per acquistare questi locali dalle Suore dell’Origlione furono sborsati dalle Consorelle, per questo fu proprietà privata.

Facevano parte di essa nobildonne della migliore aristocrazia palermitana dell’epoca, che si riunivano ogni venerdì per le pratiche di culto.

Le Consorelle erano sposate o nubili e pur rimanendo nel rango sociale a cui appartenevano, si impartirono una struttura religiosa di tipo monacale con lo scopo sociale sopra trascritto.

La Congregazione sorse con lo scopo di assistere le partorienti di umili condizioni del quartiere Albergheria.

Esse si riunivano il venerdì per esercitare la missione caritatevole ed una volta al mese per pregare e meditare "buona morte", per le partorienti e per le consorelle defunte, nonché nel periodo natalizio per le Novene e in Quaresima per gli esercizi spirituali, coadiuvate da un padre Gesuita.
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A Natale ed a Pasqua, per l’appunto, venivano distribuiti alle puerpere i canestri con indumenti per bambini confezionati a mano da loro stesse e distribuendo beni di prima necessità.

Nel 1733, la Nobile Congregazione fu riformata da donna Eleonora Ruffo e Oneto principessa di San Lorenzo.

Era retta da una Preside o Superiora, eletta ogni anno tra le Consorelle, essa era coadiuvata da due Congiunte: una detta di "man destra" e l’altra di "man sinistra".

Nel 1798 i Reali Borbonici fuggirono da Napoli per sfuggire alle truppe napoleoniche e si rifugiarono in Sicilia.

Per questo motivo, la regina Maria Carolina, durante la sua permanenza a Palermo, assunse la carica di Superiora: da allora fino alla fine della monarchia furono le regnanti in carica ad avvicendarsi nella prestigiosa carica, tra cui la regina Maria Adelaide D’Asburgo-Lorena, la regina Margherita di Savoia e la Regina Elena Petrovich del Montenegro.

La Cappella (o Oratorio) delle Dame: l’antico portone d’ingresso, che si trova in via Ponticello, riccamente decorato è adagiato su un portale barocco in pietra di Billiemi, sormontato da un medaglione in marmo bianco in cui è inciso il monogramma mariano.

Percorrendo l’andito che a volta a crociera, si arriva al "giardinello" ed ai locali dove si riunivano le Consorelle.

L’Oratorio fu edificato all’epoca della fondazione della Congregazione, quindi a cavallo tra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo.

L’impianto tipico degli oratori palermitani con antioratorio, aula e presbiterio rettangolare, comprende raffinate decorazioni a stucco, stupendi affreschi e decorazioni parietali, oltre a magnifiche opere pittoriche, eleganti e finissimi arredi lignei ad intarsio e preziose suppellettili di diverse epoche.

La "Cappella delle Dame", come è comunemente denominata, è stata dichiarata monumento nazionale, fu magnificamente affrescata da Antonino Grano intorno al secondo decennio del XVIII secolo, presenta al centro della volta il "Trionfo della Vergine" contorniato da sei storie dell’infanzia di Gesù.

Nelle pareti campeggiano finte architetture e finti rilievi a stucco ed un ciclo pittorico che rappresenta i Misteri, racchiusi in magnifiche cornici scolpite e dorate.

La parete presbiterale è dipinta a trompe l’oeil (simulazione dello sfondo con finte architetture, in realtà dipinti su una superficie), comprende due statue dipinte di San Pietro (a sinistra) e San Paolo (a destra). Ciò da un effetto tridimensionale.

L’altare barocco con inserti a marmo mischio, è arredato con una selva di candelieri e vasetti con fiori d’argento, com’era usuale nei tempi passati. Sopra l’altare si venera una tela raffigurante la Madonna del Parto di anonimo pittore siciliano del Settecento, racchiusa da una cornice dorata dei primi anni di quel secolo.

Addossato alla parete di controfacciata si trova lo stallo ligneo intarsiato della Superiora e delle due Congiunte, ed un tavolo intagliato è posto accanto al Crocifisso settecentesco, sormontato in alto da una tela rettangolare che raffigura L’ultima cena.

È curioso il fatto che tra le opere custodite nell’Oratorio vi sia una copia seicentesca su tela dello Spasimo di Sicilia di Raffaello, il noto dipinto un tempo nella chiesa omonima palermitana, oggi al museo del Prado di Madrid.

Nel corso dei secoli l’Oratorio ha subito alcuni interventi di restauro: nel 1873, come si evince da una piccola targa marmorea murata nell’intradosso del muro della porta d’ingresso dell’aula, la Superiora, donna Bianca Lucchesi Palli, duchessa di Monteleone, si adoperò per far restaurare l’Oratorio arricchendolo con nuove ornamentazioni e raffinati pavimenti maiolicati.

Altri interventi (sempre pagati dalle Consorelle), furono effettuati nel 1957 per riparare i danni dei bombardamenti americani della Seconda Guerra Mondiale, e più recentemente nel 1985, a causa di infiltrazioni di acqua dalla copertura del tetto della Cappella, che hanno purtroppo rovinato in parte alcuni affreschi.

Ai piedi del paliotto (rivestimento che copre la parte anteriore dell’altare), si trovano alcune piastrelle di maiolica che mostrano l’immagine del Ponticello sotto il quale scorre il fiume Kemonia o Cannizzaro (dall’arabo Haindrizzar, cioè "fonte stretto", perché nasceva da un luogo angusto presso Monreale).
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