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Il Coronavirus e le paure di tutti noi: cari governanti, non dimenticate chi è in difficoltà

Chi rispettava le regole prima del virus le sta rispettando anche in questo periodo tragico, ma il pericolo di disordini sociali deve essere preso in forte considerazione

  • 25 marzo 2020

Il murales di Santa Rosalia a Palermo di Igor Scalisi Palminteri

Signori governanti, ci avete detto "restate a casa". Ok, la maggior parte di noi ci sta rimanendo da più di quindici giorni e va bene. Ci avete pian piano tolto moltissimo delle nostre vite, delle nostre libertà, dei nostri affetti e anche questo va bene.

Ci avete detto "aumentiamo le multe e depenalizziamo le sanzioni per chi esce". Ok, tanto chi non usciva prima non esce ora e chi usciva prima non è gente che si preoccupa di pagare le multe (che ideona!), né di 206 euro né tantomeno di 4000.

Ma la cosa che mi chiedo, e vi chiedo cari signori governanti, è: quando fra pochissimo saranno finiti i soldi pure per fare la spesa, cosa accadrà?

E quelli che già li hanno finiti, e saranno tanti, o magari lavoravano in nero e quindi non hanno più entrate, e saranno tanti, cosa faranno?

Metteranno il coltello alla gola a chi magari, con quel poco che ancora ha, va a fare la spesa mentre le forze dell'ordine si occupano di fermare i cittadini e fare le multe (che chiaramente saranno impugnate quanto prima intasando ulteriormente il sistema)?

Perché il "famoso esercito" non lo inviate a presidiare davvero lì dove potrebbe esserci assembramento o malaffare e nel frattempo magari studiate come immettere immediatamente liquidità nell'economia, se non altro per scongiurare una rivoluzione?

O magari una pace fiscale per tutti fino alla fine di questo incubo? O magari, vi occuperete realmente di dirci come andare avanti restando a casa?

Perché, giusto per ricordarvelo signori governanti, non esistono solo i cittadini perbene o quelli con le riserve auree in garage: esistono anche tanti poveri cristi che fra qualche giorno, non avendo più da mangiare, non avranno nemmeno più nulla da perdere. Pensiamo anche a loro.
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