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Il cafiso, l'olio e una tradizione millenaria: perché in Sicilia le misure sono sempre state importanti

Nella tradizione più antica, nella storia di ogni angolo della Sicilia ci sono tracce che, negli anni, vanno scomparendo definitivamente mentre alcune tentano di resistere

Balarm
La redazione
  • 27 ottobre 2021

Alcuni esempi di vecchi "cafisi"

Nella tradizione più antica, nella storia di ogni angolo della Sicilia - ma possiamo immaginare sia stato più o meno così in ogni regione - ci sono tracce che, negli anni, vanno scomparendo definitivamente mentre alcune tentano di resistere.

Una di queste è legata al "cafiso", unità di misura per la stima dell’olio d’oliva.

È doveroso allargare l’angolo della lente e coinvolgere anche altri termini che, come vedremo fra poco, attingono sempre al mondo dell’agricoltura.

Se ci si ferma a pensare un attimo, infatti, c’è stato un tempo in cui nulla era meccanizzato, meno che meno registrato. E, considerando anche le scarse possibilità di comunicazione tra un angolo e quello opposto dell'Isola, si puo' ben intuire che termini di misure e quantità fossero quasi arbitrarie nei diversi territori.

Nacquero così la sarma, u tumminu, u munnìu, u coppu, il quartiglio, u cantaru, u carrozzu, non ultimo, il cafiso.
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Tutte unità di misura che sono state abolite formalmente con l’avvento dello stato unitario in cui sono stati imposti i canoni sabaudi che, dal punto di vista formale, hanno sostituito le vecchie unità di misura del Regno delle Due Sicilie.

Se le prime, sarme e tumminu, si riferivano ad esempio all’estensione dei terreni (la sarma si divideva in 16 tumuli, e il tumulo di Modica, ad esempio, era pari a 416 5/8 canne quadrate), c’erano poi le misure legate alla resa dei raccolti.

Il cafiso, ad esempio, è uno di questi. Il nome deriva dall’arabo Qafiz, ed è una unità di misura dell’olio, ancora in uso in molti paesi della Sicilia.

Introdotto dagli arabi rimase presente anche con gli Aragonesi, i Normanni e i Borboni, fino ad arrivare ai giorni nostri. E ancora oggi ogni paese assegna una quantità diversa allo stesso termine.

Un cafiso può corrispondere a 8 litri d’olio, ma anche a 9 o 10,5 o addirittura 12 in altri paesi ancora. Anche in Libia, tutt’oggi, è usato come metro di misura ed è pari all’incirca a 7 litri.

L'unità di misura, poi, corrisponde sempre ad un oggetto che la contiene: ed ecco spuntare questa anforetta di metallo con due braccia laterali che ancora oggi viene custodita con grande cura ed attenzione da alcune famiglie di contadini.

E alcuni esemplari se ne possono trovare o nei musei storici legati agli ambienti della campagna o ancora in alcuni mercatini storici.

La forma, stessa, va da sé, cambia a seconda che ci troviamo a Trapani, Marsala, Castelvetrano o addirittura ad Agrigento. Se vi capita, dunque, di vederne in giro osservatele bene e se potete acquistatene una, porterete a casa un pezzo di storia.
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