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I palermitani e lo spirito di accoglienza: dai "bambini di Chernobyl" alla guerra in Ucraina

Pino Apprendi ricorda la macchina della solidarietà e dell'accoglienza che negli anni '90 si attivò a Palermo per i bambini di Chernobyl. Solidarietà che si manifesta di nuovo oggi

  • 17 marzo 2022

Sono passati 36 anni ma i ricordi rimangono vividi. Dopo la catastrofe di Chernobyl del 26 aprile 1986, furono tantissimi i paesi che si mobilitarono attivando dei programmi per ospitare bambini ucraini, russi e bielorussi.

A Palermo furono migliaia i bambini accolti a partire dalla metà degli anni Novanta; un'accoglienza durata anni e che ha permesso di instaurare rapporti molto stretti e creare, in qualche modo, delle nuove famiglie. Il progetto in Italia prevedeva dei "soggiorni terapeutici" per le conseguenze del disastro nucleare e la Sicilia e dunque il capoluogo siciliano si prestava assai bene a questo scopo proprio per la vicinanza con il mare.

Dall'incidente nucleare, non tutti sanno che i soggiorni di risanamento continuano ancora oggi per i bambini di seconda generazione, che ancora oggi mangiano cibi contaminati. Purtroppo, però, i numeri dell’accoglienza sono sempre più bassi.

«L’attività portata avanti a Palermo - racconta Pino Apprendi – è stata condotta grazie all'associazione Mutuo soccorso dei vigili del fuoco della città, che ne è stata promotrice. La maggior parte dei bambini arrivavano dall’orfanotrofio (vedi immagini, ndr). Il 6 giugno 1998, organizzammo anche una partita di beneficenza allo stadio comunale di Palermo, La Favorita, la chiamammo "La partita dei piccoli passi". Il ricavato servì per ristrutturare i servizi essenziali in uno dgeli orfanotrofi di Tripoly, che era il luogo, come dicevo, da cui provenivano i bambini che accoglievamo e per dotare i dormitori di materassi e cuscini.
Parteciparono anche i giocatori della Dinamo di Kiev oltre ai vigili del fuoco Ucraini, i consiglieri comunali di Palermo, i sindaci della province di Palermo e i vigili del fuoco di Palermo.
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Le famiglie ospitanti pagavano il biglietto al bambino, fu davvero una grande gara di solidarietà. C’erano tante persone monoreddito che offrivano il loro aiuto.

«I medici - continua a raccontare Pino Apprendi -, dicevano che a loro faceva bene la presenza del mare soprattutto nella loro condizione, dopo essere stati esposti a radiazioni. Erano bambini fragili, venivano qui per due mesi in estate e uno in inverno, durante le vacanze della scuola».

Per anni lui stesso ha accolto due gemellini, due zingari, Zaina e Ranet e si è occupato di loro finché non hanno compiuto la maggiore età. Ho chiesto a Pino se li sentisse ancora e nel rispondermi di sì mi ha raccontato che purtroppo la ragazza è stata uccisa recentemente dal marito, aveva una bambina. Il fratello l’ha sentito poco prima della guerra.

«Dopo questa esperienza che è durata tantissimi anni, circa quindici, in tanti casi poi è scattata l’adozione, ci sono tante ragazze qui, c’è una piccola comunità a Palermo. Un mio amico ha ospitato due sorelline e poi ha scoperto che c’era anche un fratellino e ha fatto venire anche lui adottandoli tutti e tre. L’adozione, allora come oggi, è assai complicata come cosa, ma è stata premiata la costanza delle famiglie».

Scoppiata la guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio, quell’animo sensibile e solidale che già negli anni ‘90 era emerso, si è nuovamente manifestato e in tanti hanno iniziato a chiedere a Pino come poter dare una mano, cosa fare.

«Stiamo cercando di capire come muoverci al meglio, le richieste sono tante anche dalla provincia, dobbiamo cercare di capire le regole, stiamo vedendo con il consolato dell’Ucraina e con le associazioni qualificate, vogliamo evitare brutte sorprese, e quando ci sono di mezzo situazioni drammatiche e difficili e persone indifese, purtroppo c’è sempre chi tenta di approfittarne, quindi bisogna stare attenti».

In occasione del “primo progetto”, così lo chiama Pino, si mossero come Mutuo soccorso dei vigli del fuoco «Ai tempi avevamo buone agevolazioni in quanto ex militari. Ci davano i mezzi, i locali. Oggi faccio parte dell'associazione nazionale ex Allievi Vigili Volontari Ausiliari e stiamo cercando di trovare il modo migliore per agire».

Intanto due sere fa, undici anime provenienti da Kiev hanno passato la loro prima notte nella villa messa a disposizione da una coppia di Termini Imerese. Una casa inutilizzata, molto grande e vuota. Si tratta di due adulti, i due proprietari di una casa famiglia a Kiev e dei 9 ragazzi orfani tra i 13 e i 18 anni che vivevano lì.

«Appena è iniziata la guerra – spiega Pino – Anatolii, il tutor, ha avuto questa intuizione, doveva portare via i ragazzi. Così li ha caricati su un pulmino ed è partito».

Hanno viaggiato per sei giorni.

Sono "arrivati" a Pino sempre per quella solidarietà legata al “primo progetto”, «Mi hanno rintracciato tramite una persona che negli anni ‘90 aveva partecipato all’accoglienza e nel 2014 adottato una ragazzina. Queste cose rimangono, i contatti di questo tipo rimangono saldi e al momenti opportuno sai chi chiamare. Era il 5 marzo quando Marco e Letizia Norrito hanno messo un “annuncio” su fb proprio sulla disponibilità della villa, invitando le istituzioni o organizzazioni umanitarie a mettersi in contatto. Di lì a poco ci siamo incontrati.

Abbiamo portato in questa villa undici materassi, altrettante reti, cuscini, lenzuola, anche la batteria da cucina. Non manca niente, il cibo non manca, la gente continua ad aiutare. Il problema sarà il domani, quando arriveranno le bollette sarà un problema, soprattutto visti gli aumenti. In questo senso sono in contatto con la Regione per vedere se possiamo fare omologare la casa famiglia che avevano a Kiev qui o fare un iter nuovo… ma bisogna muoversi fin da subito».

Quello che non dimentica Pino sono gli occhi di questi ragazzi quando li ha visti la prima volta, «Loro la guerra non l'hanno vista in televisione - dice -, l'hanno negli occhi e nelle orecchie. Vorrei ancora ringraziare Fabio Malta per avermi coinvolto in questa piacevole avventura che si è concretizzata, Marco e Letizia Norrito, al Vice Sindaco Nicola Cascino, all'assessore Concetta Butta' e al Sindaco Terranova del Comune di Termini che hanno messo in moto una macchina del volontariato perfetta e forte. Un ringraziamento all'assessore Cinzia Mantegna del comune di Palermo».
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