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A Palermo per amore: Michael, il musicista irlandese che insegna la pasta con le sarde ai turisti

Dai piatti della batteria a quelli in cucina: sul volo di ritorno dall’Argentina in Spagna nel 2006, Michael incontra Marta, una palermitana che lascerà un segno nel suo cuore

  • 23 novembre 2020

Michael Sampson

Orson Welles diceva che "ci sono solo due emozioni su un aeroplano: noia e terrore". Probabilmente perché non ha mai conosciuto l’amore della sua vita in aereo, come invece è capitato al protagonista della favola moderna che vi raccontiamo oggi e che potrebbe tranquillamente cominciare con un classico “C’era una volta, tanto tempo fa…”.

Se pensate sia un’invenzione perché vi è subito venuto in mente il vicino che russa o quello che affonda il gomito nel vostro fianco, e avete sempre pensato che certe fortune capitassero solo nei film, vi ricrederete tanto da affrontare le prossime trasferte con fiducia.

A darvi questa speranza ci pensa Michael Sampson, un musicista irlandese che nel 2006, sul volo di ritorno dall’Argentina in Spagna, incontra Marta, una palermitana che il destino ha fatto sedere proprio accanto a lui e che lascerà un segno nel suo cuore.

Un viaggio intercontinentale che si rivela inaspettatamente cruciale. Dall’Irlanda alla Sicilia, infatti, il tragitto è molto più breve: dopo un po’ di andirivieni, Michael decide di fare definitivamente le valigie e cambiare vita.
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«A Belfast, la città da cui provengo, avevo uno studio di registrazione e scrivevo musica per la TV e il teatro, ma da sempre avevo un piede in cucina», racconta in italiano con un bellissimo accento irlandese che ancora lo caratterizza.

Per quanto le due città sembrino simili - entrambe città portuali con una storia difficile e non facili da vivere - trasferitosi a Palermo, si rende conto che la musica è vissuta in modo completamente diverso e che non è semplice continuare a percorrere quella strada, perciò inizia a sopravvivere con qualche lavoretto saltuario.

Ancora una volta, però, il destino ha in serbo qualcosa per lui. Parte per la Sardegna per lavorare come maggiordomo al servizio di una ricca famiglia in vacanza e lì conosce Alfonso Vitale, un cuoco salernitano che lo fa rimanere a bocca aperta: «Lo aiutavo ogni tanto e per ogni domanda che facevo ricevevo sempre una risposta. Grazie a lui ho capito che non è vero che la cucina o ce l’hai dentro o non ce l’hai, puoi sempre imparare».

Questo incontro è la chiave di volta per Michael, che decide quindi di passare dai piatti della batteria a quelli in cucina, trasformando la sua antica passione in qualcosa di più. Parte per Parma e frequenta il corso di cucina italiana all“Alma”: «Ho scelto quel corso perché era il più rigido. I primi due giorni, infatti, ho tagliato carote per 8 ore di fila».

Una disciplina ferrea che gli dà modo di imparare e di arrivare primo in una classe di soli italiani. D’altronde, potevamo avere dubbi su un irlandese che, alla domanda “arancina o arancino?”, risponde subito “ArancinA, che domanda è!”? Inizia così la sua nuova vita lavorativa: «In Irlanda cuoco per passione e musicista per lavoro, adesso è esattamente il contrario».

Dopo vari stage e lavori che lo portano a cucinare lontano da Marta, complice la nascita del loro primogenito, decide infatti di aprire la sua cucina agli altri, dando vita a "The Sicilian Pantry" (“La dispensa siciliana”) e organizzando corsi per turisti.

Le sue, però, non sono semplici lezioni, ma un’immersione vera e propria nella nostra cultura. Con Michael, infatti, si scopre come tuffarsi nei colori e negli odori del mercato, come cucinare i piatti tipici della tradizione, cosa significa pranzare tutti insieme per delle ore - dall’antipasto al dolce, non si scherza mica! - e cosa non può mancare nella credenza di un siculo perché «se sai cosa c’è nella dispensa tipica siciliana, capisci molto meglio le ricette della tradizione».

Un irlandese che insegna a preparare la pasta con le sarde e i cannoli e che fa fare un’esperienza culturale a 360 gradi della nostra Sicilia? Proprio così, basta scambiare quattro chiacchiere con Michael e farsi raccontare come le signore di Vallelunga tagliano le verdure senza tagliere per capire che non c’è nulla di strano.

«Qualsiasi cultura o cucina esiste al di fuori del sangue, sono cose che si possono apprezzare e imparare. Le ricette, peraltro, sono fatte di tecniche e sapori, e queste sono cose che si possono apprendere. Basta pensare al sous chef più longevo di Massimo Bottura, era giapponese!».

Impossibile non essere travolti dalla sua allegria e dalla passione che mette in tutto quello che fa. Non ha perso il buonumore neanche durante questi mesi difficili.

Si è subito rimboccato le maniche, ha indossato il grembiule e registrato più di 40 video-ricette che presto venderà a chi ha voglia di imparare l’arte della nostra cucina. Ma non solo, ha pensato anche a tantissimi contenuti gratuiti che potranno farci compagnia nelle lunghe giornate che la pandemia ci costringe a trascorrere a casa.

Comprate il lievito, fatevi venire l’acquolina in bocca e, con un pizzico di curiosità, attendete fiduciosi perché manca poco per scoprire il segreto che ci ha confidato Michael sulla sua pasta con le sarde.
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