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Cos'è successo sei cambiata: la storia di quando Sant'Erasmo era un gran bel posto

Guardando oggi questo pezzetto di Palermo non lo diremmo eppure ha avuto un periodo socialmente florido tra ville, giardini, passeggiate e un porticicolo molto attivo

  • 22 febbraio 2019

L'ingresso di villa Giulia sulla passeggiata di Sant'Erasmo a Palermo (1890 circa)

In una Palermo divisa in mandamenti e borghi Sant'Erasmo inizia sul finire del lungomare della Cala per terminare in via Messina Marine inoltrata (leggi qui i progetti per la riqualificazione della zona).

Durante il periodo romano, sul luogo sorsero alcune fattorie e ville signorili come testimoniano le scoperte archeologiche avvenute nel XVII e nel XVIII secolo.

La zona che dava sul mare era un ricchissimo luogo di pesca, abbondava di pesce azzurro e tonno rosso. Nel 1300 circa il luogo era denominato "Capicello" dal nome di una Tonnara.

Nel 1440 il re Alfonso concesse a Tommaso Mastro di Antonio di impiantare sul luogo una tonnara, per questo motivo la zona che si sviluppava in direzione di Romagnolo fu denominata "Tonnarazza".

Il Piano di Sant’Erasmo era usato per diversi usi: parate militari, durante il periodo pasquale si svolgeva la Fiera dei crasti, era utilizzata dai pescatori della Kalsa per distendere le reti, per le esecuzioni capitali del Tribunale del Sant'Uffizio (curioso si sapere di più sulla Santa Inquisizione? Leggi qua).
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In una descrizione il marchese di Villabianca disse che occupava sette salme di terra. Prese tale denominazione perché sul luogo si ergeva la chiesetta di Sant’Erasmo.

Nel 1658 i Padri Carmelitani abbandonarono il loro monastero di Baida a causa delle insalubri condizioni del luogo perciò edificarono accanto questa chiesa un piccolo convento. Anche qui non trovarono la pace che speravano a causa dei continui cannoneggiamenti delle navi nemiche che assaltavano la città.

Il 2 Giugno 1676 fuggirono dal luogo a causa di uno di questi assalti, ritornarono sul luogo ma nel 1684 decisero di abbandonare definitivamente il luogo.

La chiesa di Sant’Erasmo fu ceduta alla Maestranza dei Cordari. In seguito fu ceduta alla Congregazione dei Naufragati che l’abbandonarono nel trasferirsi nella chiesa di san Cristoforo, posta fuori da Porta di Termini.

Probabilmente la chiesa fu incorporata nella casina in stile impero che edificarono sul luogo i Filangieri principi di Cutò.

Nel 1700 il Senato palermitano fece costruire in riva al mare il piccolo fortino di Sant’Erasmo denominato anche della Tonnarazza e nel 1744 fu smantellato con regio decreto del 1866 e al suo posto sorse una fabbrica di ghiaccio.

Nel 1778 con la creazione della Villa Giulia e nel 1788 con quella dell’Orto Botanico, una parte di questo Piano fu nobilitato.

La costruzione di Villa Giulia e la passeggiata alla Marina decretò la demolizione del porticciolo della Kalsa. Ciò creò dissapori tra le marinerie della Kalsa e quella di Sant'Erasmo e i pescatori infine utilizzarono il porticciolo di quest'ultimo piano.

Il traffico marinaro aumentò, spesso alcune imbarcazioni all' imboccatura del porto si scontravano tra loro. Ciò creava nuovo lavoro ai riparatori di barche: "calafati" e "mastri d' ascia". Anche i carrettieri si recavano sul luogo per caricare il pescato o scaricare sulla banchina i cordami. La foce del fiume Oreto non era inquinata, si pescavano le anguille, cefali, e storioni

Verso la fine del XVIII secolo, in prossimità del porticciolo di Sant’Erasmo furono aperte le strade che conducevano verso l'interno della Sicilia e all’interno della città: in memoria di questi eventi nel 1782 fu collocato nei pressi di Villa Giulia un obelisco marmoreo con iscrizioni.

Nel 1860 fu costruito il gasometro e nel 1862, Durante i lavori vennero alla luce resti di una grande villa di età romana. Fu creato il Tiro a segno, inaugurato dai reali di Savoia e da Garibaldi.

Verso la fine del 1800 la chiesa fu resa a Padre Messina che aveva abbandonato la chiesetta di Santa Maria delle Grazie presso la foce del fiume Oreto. Questo grande religioso, in seguito, acquistò l’intera struttura dei Cutò e la trasformò in "casa lavoro preghiera".

Il Piano di Sant’Erasmo era l’unico accesso alla città per coloro che provenivano da Bagheria o Santa Flavia.

Durante il XIX secolo, la bellezza della costa invogliò alcuni nobili a costruire sul luogo alcune ville usate per la villeggiatura.

In seguito sul litorale sorsero alcuni Stabilimenti balneari importanti come il Risorgimento Italiano, lo Stabilimento Virzì e lo Stabilimento Petrucci.

Il borgo di Sant’Erasmo ebbe un periodo socialmente florido, divenne un centro economico e sociale,sorsero alcune imprese: la Fonderia Oretea (sulla foce del fiume Oreto), fondata nel 1840 e successivamente acquistata da Vincenzo Florio, sorse l'azienda Coalma fondata nel 1922 dall’imprenditore Francesco Macaluso e specializzata nella conserva del pesce azzurro e tonno di tonnara del Mediterraneo.

Il porticciolo di Sant’ Erasmo conduce alla via Messina Marine: questo tracciato è stato per molti secoli l'unico accesso alla città da oriente via terra.

Oggi del Piano di Sant’Erasmo rimane soltanto un ricordo. La zona in parte è stata assorbita dalla città, ha un aspetto molto diverso, alcune case popolari, grandi palazzi e un piccolo mercato hanno cambiato l’antica identità.

Un piccolo porticciolo abbandonato a se stesso ricorda che un tempo sul luogo si esercitava la pesca e anche Villa Giulia, vanto della città nel XVIII secolo, non è affatto in buone condizioni.
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