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Amato dai siciliani all'estero (e non solo): chi è "Il Pastaio Matto" che cucina sui social

Nella vita è Visual Merchandiser, ma da sempre Salvo nutre una grande passione per la cucina, ereditata dai nonni che avevano un'osteria a Monreale. Ecco la sua storia

  • 27 maggio 2021

Salvo Terruso, "Il pastaio matto"

«Mia nonna mi diceva ''tu si un pastaio matto'', il mio nome nasce da mia nonna», ci racconta Salvo, l'ideatore della pagina Instagram ''Il pastaio matto'', facendoci immergere in un'antica storia siciliana.

Salvo Terruso, 57 anni, palermitano, è Visual Merchandiser presso Rinascente, ma ha una grande passione per il cibo, in particolare per i primi piatti, ereditata dai nonni, che avevano un'osteria a Monreale.

La sua pagina Instagram conta una community di 22mila utenti. Da bambino Salvo passava tanto tempo nell'osteria dei nonni, che gli hanno insegnato i trucchi del mestiere, nonno Peppino è la fonte di ispirazione principale dei piatti che vengono riproposti da migliaia di persone.

Salvo ci racconta la storia della sua famiglia: «Mio nonno era un carrettiere vecchia maniera, trasportava mosto, vino, grano, fieno, olio durante la guerra, tra Palermo e Trapani. Attraversando la città di notte con i carretti, era un uomo tutto d'un pezzo, patriarcale, glaciale».
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Suo nonno era anche agricoltore, inoltre comprava la merce, la riportava in paese e la rivendeva: «Mia nonna Nina, che era una brava cuoca, gli disse ''Pippinu, fermati, cu stu cavaddu un curriri cchiù, apriamo un'osteria''», così i nonni di Salvo, che erano cugini, aprirono l'osteria a Monreale.

«Mia mamma e le altre sorelle stavano in cucina. Era una cucina fai da te, casalinga», ci racconta, facendoci assaporare la bellezza semplice del passato. L'osteria rimase aperta fino agli anni '70: «Negli anni '70 hanno chiuso l'osteria. Le famiglie dei figli si sono disperse. Rimase solo mio nonno con la rivendita di vino e oli, che era un passatempo, perché i miei nonni, oltre a essere marito e moglie, erano cugini, quindi la scomparsa di mia nonna è stata letale per mio nonno».

Fin da piccolo, Salvo vive l'osteria: «Io a due o tre anni andavo sotto le botti e bevevo qualche gocciolina di vino», ci racconta sorridendo.

La pagina Instagram nasce nel 2020. «Prima avevo una pagina personale. Invitavo amici e parenti a mangiare a casa mia. Poi è andata a finire che alcuni amici mi dicevano ''vieni a fare un giro pasta e ci divertiamo con i tuoi ''cunti'', fai le tue vongole ubriache''», ci racconta.

Salvo nel 2020 decide quindi di dedicare interamente una pagina ai primi piatti: «La pagina è cresciuta nel giro di un anno quando ero in cassa integrazione a causa della pandemia, mi sono concentrato sulla pagina, sui social. I social aiutanto moltissimo, aiutano a ritrovare le persone, molti mi chiedono le ricette. Sono seguitissimo da americani, siciliani all'estero».

Salvo per il momento (per colpa di una malattia) non lavora e così i social lo aiutano anche a mantenere il contatto con gli altri e ad affrontare con più forza il brutto periodo. Ma i progetti per il futuro sono tanti, da un ristorante a un libro.

«Abito a Piano Maglio e tre o quattro volte ho portato delle persone a casa, turisti, perché volevano mangiare dal pastaio matto - racconta -. Io vorrei un locale. Mi avevano anche invitato a una trasmissione nazionale, ma ho dovuto rinunciare».

Salvo ha tante idee e i suoi piatti sono la testimonianza della sua creatività: «Non sono uno chef. I miei piatti sono tradizionali, rivisitati e legati alla mia famiglia. Faccio la crema di caciocavallo, di ricotta. Amo fare le cremine, di formaggio, di verdure.

Cuocio i risotti e la pasta direttamente in pentola, perché l'aglio, il basilico e il prezzemolo rilasciano già i sali».

Il suo slogan ''Mancìa e liccati u piattu'' più che un invito, sembra proprio un ordine, di quelli che danno i nonni perché considerano tutti sempre sottopeso e la prima domanda che fanno, prima ancora di salutare o di chiedere ''come stai?'', è rigorosamente ''hai mangiato?''.

Ebbene, Salvo incarna lo spirito del tipico nonno, siciliano e non, che ha a cuore in modo particolare l'alimentazione dei figli, dei nipoti e dei pronipoti, e soprattutto il gusto.

«Di pasta che bolle in pentola ne sto mettendo, vedremo che mi regalerà il futuro, anche perché ''manciannu mancìannu veni cchiù pitìttu'' (per i non siciliani: ''mangiando mangiando viene più fame'')» ci dice Salvo, e noi lo salutiamo, augurandogli una pronta guarigione e sperando di poter assaporare presto i suoi piatti nel suo Ristopasta.
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