Esperienze e visite tra i "tesori" di Mazara del Vallo: qui puoi imparare a incocciare il cous cous
Chiesa del Santissimo Salvatore a Mazara del Vallo
Tra le tre città del Trapanese, Mazara del Vallo è stata l’ultima ad aderire al festival, ma lo ha fatto sin da subito con grande trasporto. Questa è la terza edizione, curata sul territorio da Liliana Ingenito,
Si parte sabato 10 settembre e si va avanti per tre weekend, sempre sabato e domenica, fino al 25 settembre.
Undici siti con un focus importante sul complesso di San Nicolò Regale, che mostra sia la sua architettura profondamente normanna, quasi una Cuba importante, che i mosaici romani che si trovano proprio sotto la chiesetta e che forse facevano parte della piscina di una domus romana; scoperti nel 1933, abbandonati per anni, sono finalmente di nuovo visibili.
Ma la chiesetta è solo un punto di partenza: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, il festival porta alla scoperta della Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione.
All’interno, la biblioteca custodisce un Fondo antico con i tomi più preziosi, ma in tutto conta 45mila volumi, tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine, libri pubblicati tra il 1660 e il 1850. Tra i pezzi più importanti, quattro pergamene che risalgono al XIII e al XIV secolo, e un rarissimo Diario di Gian Giacomo Adria, sulla storia e geografia mazarese.
Ritornano le visite a quel luogo magico che è Sant’Ignazio dei Gesuiti, un rudere a cielo aperto, costruita tra il 1701 ed il 1714, crollata nel 1927 per un dissesto strutturale e da allora priva di copertura; nell’ultimo trentennio della sua vita fu Cattedrale, poi chiusa al culto e trasformata in deposito e vivaio comunale.
C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da un paio d’anni; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti.
E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra), i tesori della Diocesi trovano spazio al Seminario dei Chierici che ospita il Museo Diocesano: tra i pezzi più importanti, la splendida croce processionale della chiesa madre di Salemi, datata 1386, e una collezione di reliquiari, tra cui quello di Santa Rosalia. Bellissime le sculture: il monumento funebre del vescovo Montaperto di Domenico Gagini, le statue di Sant’Ignazio e San Bartolomeo e un drammatico Christus patiens in alabastro carnicino attribuito al Marabitti.
Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì: Casa Lombardo è un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea le sue sculture en plein air, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili, Tania appende le sue tele.
La visita si chiude al Teatro Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. Due le passeggiate in programma: alla scoperta della casbah by night e del quartiere più multiculturale che esiste; e un tour nei quartieri storici (San Giovanni, San Francesco, Giudecca e Xitta) dell’antica città murata.
LE ESPERIENZE
Incocciare il couscous, partecipare alla vendemmia o assistere a una visita teatralizzata al Collegio dei Gesuiti. Esperienze da non perdere a Mazara: alla cooperativa Habibi si prepara il couscous alla maniera antica e alla fine si può anche assaggiare con un brick tunisino sì, ma ingentilito dal gambero rosso di Mazara e da un calice di vino locale.
Invece lo storico baglio Aimone sarà solo uno spunto per avvicinare la riserva naturale integrale di Lago Preola e Gorghi Tondi, cuore dell’oasi protetta WWF. Sarà possibile seguire la vendemmia e partecipare a una visita guidata della cantina e una degustazione.
Infine il drammaturgo Giovanni Isgrò da tempo studia le vicende dei primi missionari perseguitati in terra giapponese: ci ha costruito sopra un racconto teatrale che recupa la figura di padre Giovanni Matteo Adami, gesuita mazarese martirizzato a Nagasaki nel 1633. Padre Bartoli illustrerà i principali supplizi a cui erano sottoposti i missionari cristiani.
Si parte sabato 10 settembre e si va avanti per tre weekend, sempre sabato e domenica, fino al 25 settembre.
Undici siti con un focus importante sul complesso di San Nicolò Regale, che mostra sia la sua architettura profondamente normanna, quasi una Cuba importante, che i mosaici romani che si trovano proprio sotto la chiesetta e che forse facevano parte della piscina di una domus romana; scoperti nel 1933, abbandonati per anni, sono finalmente di nuovo visibili.
Ma la chiesetta è solo un punto di partenza: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, il festival porta alla scoperta della Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione.
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È considerato un monumento normanno fra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista. Molto interessante la cappella del Seminario di fine Settecento, a forma ovoidale.All’interno, la biblioteca custodisce un Fondo antico con i tomi più preziosi, ma in tutto conta 45mila volumi, tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine, libri pubblicati tra il 1660 e il 1850. Tra i pezzi più importanti, quattro pergamene che risalgono al XIII e al XIV secolo, e un rarissimo Diario di Gian Giacomo Adria, sulla storia e geografia mazarese.
Ritornano le visite a quel luogo magico che è Sant’Ignazio dei Gesuiti, un rudere a cielo aperto, costruita tra il 1701 ed il 1714, crollata nel 1927 per un dissesto strutturale e da allora priva di copertura; nell’ultimo trentennio della sua vita fu Cattedrale, poi chiusa al culto e trasformata in deposito e vivaio comunale.
C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da un paio d’anni; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti.
E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra), i tesori della Diocesi trovano spazio al Seminario dei Chierici che ospita il Museo Diocesano: tra i pezzi più importanti, la splendida croce processionale della chiesa madre di Salemi, datata 1386, e una collezione di reliquiari, tra cui quello di Santa Rosalia. Bellissime le sculture: il monumento funebre del vescovo Montaperto di Domenico Gagini, le statue di Sant’Ignazio e San Bartolomeo e un drammatico Christus patiens in alabastro carnicino attribuito al Marabitti.
Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì: Casa Lombardo è un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea le sue sculture en plein air, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili, Tania appende le sue tele.
La visita si chiude al Teatro Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. Due le passeggiate in programma: alla scoperta della casbah by night e del quartiere più multiculturale che esiste; e un tour nei quartieri storici (San Giovanni, San Francesco, Giudecca e Xitta) dell’antica città murata.
LE ESPERIENZE
Incocciare il couscous, partecipare alla vendemmia o assistere a una visita teatralizzata al Collegio dei Gesuiti. Esperienze da non perdere a Mazara: alla cooperativa Habibi si prepara il couscous alla maniera antica e alla fine si può anche assaggiare con un brick tunisino sì, ma ingentilito dal gambero rosso di Mazara e da un calice di vino locale.
Invece lo storico baglio Aimone sarà solo uno spunto per avvicinare la riserva naturale integrale di Lago Preola e Gorghi Tondi, cuore dell’oasi protetta WWF. Sarà possibile seguire la vendemmia e partecipare a una visita guidata della cantina e una degustazione.
Infine il drammaturgo Giovanni Isgrò da tempo studia le vicende dei primi missionari perseguitati in terra giapponese: ci ha costruito sopra un racconto teatrale che recupa la figura di padre Giovanni Matteo Adami, gesuita mazarese martirizzato a Nagasaki nel 1633. Padre Bartoli illustrerà i principali supplizi a cui erano sottoposti i missionari cristiani.
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