FOOD & WINE
Malvasia Wine & Tour, la quarta edizione a Vulcano
Mille ettolitri. Questa è la produzione dell’ultimo anno del Malvasia delle Lipari. Un numero che bissa le cifre del 2005 e, ancora, un tessuto produttivo costituito da una sessantina di produttori viticoli e da quattordici cantine per un totale di bottiglie che supera le 300 mila unità. Dati che, nonostante scontino la limitatezza della base produttiva agricola, dimostrano come quest'ultima abbia, nel corso degli anni, raccolto il favore dei consumatori più preparati ed esperti. Questi dati saranno, comunque, illustrati nel corso del prossimo Malvasia Wine & Tour, giunto alla quarta edizione, che si svolgerà a Vulcano dal 22 al 24 giugno. A rilanciare questo nettare ambrato dopo la diffusione nel 1889 della filossera che in 18 mesi distrusse i vigneti, è stato Carlo Hauner che negli anni ‘70 decise di stabilirsi a Salina. Oggi nella cantina del figlio, Carlo junior, lavorano più di venti persone, con tecnologie all’avanguardia, ma anche con zappa e piccone. In pochi anni la produzione è passata da 40.000 a 100 mila bottiglie e Hauner è l’unico a produrre il malvasia, sia naturale che passito, facendo vendemmia tardiva. I numeri della sua produzione sono circa 50 mila bottiglie tra passito e naturale all’anno e circa seimila bottiglie tra riserva e grappa. Il doc passito di Florio, invece, sfiora anche quest’anno le novemila bottiglie da mezzo litro. Esportato in Danimarca, Giappone, Grecia, Norvegia, Polonia e Svizzera, il Malvasia delle Lipari 2005 delle cantine Florio ha ricevuto quest’anno l’Oscar del vino, il premio creato dall’Ais di Roma e dalla rivista Bibenda diretta da Franco Ricci che vede l’assegnazione ogni anno a giugno all’hotel Parco dei Principi. Uno degli ultimi imprenditori a scommettere su Salina è Giuseppe Tasca, produttore di Tasca d’Almerita che ha coniugato vino e turismo acquistando cinque ettari e mezzo di vigneto e ristrutturando le vecchie case che ha trovato nel podere. Il Resort Capo Faro è nato così, dall’idea di fare vivere agli ospiti l’emozione della cantina. “Ogni sera raccontiamo ai nostri inquilini il diario di bordo dell’azienda – dice Giuseppe Tasca - attraverso una nota che facciamo trovare nelle camere”. Ma guardiamo gli altri numeri. In Italia, esistono 16 vitigni malvasie annotati nel Registro Nazionale delle varietà di vite mentre in Europa si ritiene esistano 46 tipi di Malvasie diverse. La “Malvasia delle Lipari” è un vino a Denominazione d’Origine Controllata dal 1973, prodotta con uve bianche malvasia nella percentuale del 95% e da uve nere per il restante 5% e per non rinunciare alla competitività sui mercati mondiali è sorto nel 1999 il Consorzio di tutela del vino Malvasia, a cui aderiscono 14 aziende produttrici che imbottigliano sull’isola. L’obiettivo è il riconoscimento della Docg. «Attualmente – spiega Nino Caravaglio, presidente del Consorzio – sono 70 gli ettari coltivati a Malvasia, con una produzione che supera i mille ettolitri, di cui l’80% è passito e il 20% naturale. Per il riconoscimento della Docg siamo ancora fermi: la base produttiva è in continua espansione e così non è facile fissare i parametri». Quest’anno la richiesta di malvasia è cresciuta soprattutto in Italia, dove è aumentata del 15%. Anche l’export rispetta il trend positivo soprattutto in Inghilterra, Giappone, Nord Europa e Stati Uniti. Tra le aziende che parteciperanno al Malvasia Wine & Tour, l'Azienda Agricola Marchetta, Cantine Florio, Azienda Agricola Matarazzo, Mimmo Paone, Cantine Colosi, Giona, Agrobiologica D'Amico, Carlo Hauner, Azienda Tasca D'Almerita-Capo Faro, Azienda Agricola Fenech, Azienda Agricola Virgona, Azienda Agricola Caravaglio e l'Azienda Agricola Barone di Villagrande. (Valentina Cucinella)
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