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Un gioiello nascosto nell'entroterra nisseno: il borgo in Sicilia dove il tempo non esiste

Ha un fascino unico nel suo genere, capace di conquistare i visitatori con la sua bellezza semplice ma autentica. Ha al suo attivo poco più di quattrocento abitanti

Erika Diliberto
Giornalista
  • 6 maggio 2024

Il borgo di Bompensiere

Nascosto tra le colline siciliane dell’entroterra, Bompensiere è il più piccolo dei comuni della provincia di Caltanissetta. Nonostante le sue dimensioni siano più che ridotte, questo piccolo paese ha alle sue spalle, un passato ricco di storia, di cultura e tradizioni ed è capace di offrire ai suoi visitatori un’esperienza autentica e fuori dal tempo.

Il grazioso e suggestivo borgo nasce nella parte centrale della Sicilia, a circa 20 chilometri a nord da Caltanissetta, in un'area collinare la cui altezza media sul livello del mare è di 290 metri. Bompensiere si estende su un versante del monte Marrobio, allungandosi da sud-est a nord-ovest per circa un chilometro.

Conta al suo attivo poco più di quattrocento abitanti ed è attraversato dal fiume Gallo d'Oro che delimita il confine con il territorio di Mussomeli, dal torrente Nadure che delimita quello con il territorio di Milena e dal torrente Salito che in parte segna il limite con il territorio del comune di Montedoro e in parte attraversa quello di Bompensiere.
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Nonostante i numeri dei suoi abitanti e quelli legati all’estensione del suo territorio, siano contenuti, ciò nonostante il piccolo comune nisseno può vantare un trascorso variegato di avvenimenti storici.

La nascita del borgo, presumibilmente, è datata intorno 1557 quando i contadini che lavoravano le terre della zona e venivano dai paesi limitrofi, scelsero di stabilirsi in loco definitivamente ed evitare così gli spostamenti giornalieri assai difficili e pericolosi in quegli anni.

I natali del piccolo comune, almeno quelli ufficiali, hanno una data ben precisa ovvero il 2 maggio 1628 quando don Ottavio Lanza ottenne dal viceré Francesco Fernandez de la Curva la “licentia populandi” ovvero la concessione di poter edificare un nuovo villaggio che doveva essere composto da 80 famiglie.

Don Ottavio nell’edificare il villaggio scelse all’epoca uno dei 29 feudi che dal 1486 faceva parte della Baronia di Mussomeli, il feudo Nadore, zona già abitata da diversi contadini.

Alla morte di don Giovanni Lanza, che non ebbe figli legittimi, gli subentrò il fratello Ottavio. Nacque così il villaggio di "Bompenzeri" da cui deriva il nome moderno di Bompensiere.

Nel 1700 contava circa 200 anime; verso la metà del Settecento venne inaugurata la chiesa del S.S. Crocifisso, unica chiesa presente sul territorio e la cappella nel cimitero fu costruita molto tempo dopo. Nel 1868, ahimè il comune venne soppresso e aggregato a quello di Montedoro e solo nel 1911 il comune venne ricostituito così com’era, ottenendo la sua indipendenza politica e amministrativa grazie a padre Montalto.

Quest’ultimo, divenuto in quegli anni primo cittadino, si batté strenuamente affinché al suo piccolo paese gli fosse riconosciuta quell’autonomia tanto a lungo attesa e desiderata.

Nonostante la sua posizione ben celata e nascosta dalle colline circostanti, Bompensiere ha pagato un prezzo alto durante il corso dei due conflitti mondiali. In seguito allo sbarco alleato in Sicilia, infatti, il paese venne bombardato pesantemente dai tedeschi allo scopo di impedire il passaggio sul ponte, sul fiume Gallo d'Oro unica strada possibile per raggiungere l'entroterra siciliano, Caltanissetta e oltre.

La quiete del comune nisseno venne messa a dura prova anche durante la seconda guerra mondiale nel corso di un bombardamento da parte della Luftwaffe (Wehrmacht), quando un aeromobile della Royal Air Force uno Supermarine Spitfire venne abbattuto da un Messerschmitt Bf 109 tedesco.

Il velivolo inglese, lo Spitfire precipitò e si schiantò proprio all’interno del territorio comunale e più precisamente dove oggi si trova l’unico ufficio postale del centro abitato. Pur essendo un paese prettamente agricolo ancora oggi, a Bompensiere erano attive ben due solfare, la prima denominata Scimè e la seconda dal nome Marchese. Quel che desta stupore e meraviglia è ancora adesso, la forza e la caparbietà dei suoi abitanti.

Alcuni e non pochi avrebbero potuto scommettere che il piccolo paesino, negli anni, si sarebbe spento e poi scomparso del tutto. Lo spopolamento delle campagne, la piaga della disoccupazione e i giovani che lasciano la propria terra per studiare fuori ed inseguire quel che è l’agognato posto di lavoro hanno, negli anni, impoverito il numero dei suoi abitanti.

Nonostante le avversità affrontate in passato e nonostante quelle attuali cui devono far fronte tutti i piccoli comuni dell’isola, Bompensiere ha tenuto e tiene ancora duro. I suoi residenti non si lasciano intimorire dai fatti e più che fieri, ancora oggi, tengono alto il nome del loro piccolo paese.

Bompensiere è a tutti gli effetti, un gioiello nascosto nell’entroterra nisseno, con peculiarità uniche nel suo genere, capace di conquistare i visitatori con il suo fascino semplice ma autentico.

Un luogo ideale per chi cerca una pausa dalla frenesia della vita moderna, immerso nella tranquillità e nella bellezza dei paesaggi siciliani. Bompensiere potremmo considerarlo una destinazione al di fuori delle solite rotte turistiche tradizionali.

Se siete alla ricerca di pace e serenità e silenzio, il piccolo borgo vi aspetta con le sue stradine acciottolate, coi suoi edifici storici e con la calorosa ospitalità dei suoi abitanti è pronto a farvi dono di un’esperienza indimenticabile nel cuore della Sicilia rurale.
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